L’Anac accende un faro sulle manutenzioni delle scale mobili nelle metropolitane di Roma. Con una delibera inviata alla Corte dei Conti e alla Procura per valutare eventuali profili penali ed erariali sulle gare dal 2016 ad oggi. L’”indeterminato protrarsi” di “un’ottica emergenziale” si pone in contrasto con i “principi di economicità e di libera concorrenza”, sottolinea l’Autorità anticorruzione rimarcando anche i costi lievitati di un milione rispetto a quanto programmato in precedenza. Ma l’Atac non ci sta e ribadisce “la legittimità della risoluzione del contratto con Metroroma e delle conseguenti azioni urgenti poste in essere per fronteggiare le esigenze manutentive”, e fa sapere che “è in corso la gara ad evidenza pubblica per il nuovo affidamento triennale”.
Una vicenda iniziata il 23 ottobre 2018, dopo un incidente nella stazione Repubblica in cui rimasero coinvolti alcuni tifosi russi, riaperta nel giugno nel giugno dell’anno successivo. Sempre un disguido su una scala a Barberini ne determinò lo stop (dieci mesi) insieme alla centralissima Spagna (un mese e mezzo), nella primavera del 2019. Di qui la decisione di Atac di rescindere il contratto con la ditta appaltatrice. E oggi la delibera dell’Anac parte proprio da qui: la documentazione della procedura aperta nel 2016 “non era pienamente idonea a selezionare un’offerta di qualità” riconoscendo una “schiacciante prevalenza all’offerta economica”, sottolinea l’Anticorruzione. Non solo: “è stata rilevata poca chiarezza circa, l’attribuzione, successiva all’aggiudicazione di una quota percentuale dell’esecuzione in subappalto” ad una società “in precedenza concorrente in gara e non indicata nella terna dei subappaltatori”.