La designazione alla presidenza di Unicredit dell’ex ministro dell’economia e attuale deputato del Pd, Pier Carlo Padoan, pone “una macroscopica questione di inopportunità” e si si collega a quello di una “vera legge sul conflitto d’interessi che grazie al MoVimento 5 Stelle è in corso di esame alla Camera”.
Queste le considerazioni espresse dai senatori pentastellati delle commissioni Bilancio e Finanze a proposito di una nomina, quella di Padoan che fa discutere. Il diretto interessato ha assicurato di aver avviato le pratiche per rinunciare al suo incarico alla Camera, ma, come si legge nella nota l’ex ministro è stato “protagonista di tutti i più rilevanti passaggi che hanno coinvolto, negli anni scorsi, le banche italiane in difficoltà.
Il passaggio di Padoan al mondo del credito, inoltre, ripropone con urgenza il tema delle ‘revolving doors’ tra Mef e banche, che vanta troppi precedenti come Grilli, Saccomanni, Siniscalco, Draghi e chi più ne ha più ne metta. Un modello, purtroppo, che non ha mai smesso di creare rischi di opacità. Peraltro veniamo dal periodo 2011-2019 durante il quale lo Stato ha pagato l’incredibile cifra di 45 miliardi di euro in termini di oneri sui contratti derivati firmati con le stesse banche protagoniste delle porte girevoli con il ministero”.