Attaccare il presidente dell’Associazione delle vittime della Strage di Bologna e fare del vittimismo spinto. È passato così il 2 agosto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che, come spesso accade nelle giornate di commemorazione delle stragi fasciste, pur dalla trasferta parigina, è riuscita a spaccare il Paese. E, anche quando riesce (a fatica) a pronunciare il termine “neo-fascista”, lo fa premurandosi di sottolineare che sono “le sentenze ad attribuire la strage ai neofascisti”. Una tesi peraltro condivisa con il presidente del Senato Ignazio La Russa, che oggi ha definito la Strage bolognese “un vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista”.
L’attacco di Bolognesi: “Le radici dell’attentato affondano nella destra oggi al governo”
A aprire le polemiche era stato stamattina Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime, che dal palco aveva dichiarato: “Le radici di quell’attentato (…) affondano nella storia del postfascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni Cinquanta: Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo”.
“Per questa parte politica, lo stragismo e in particolare la strage di Bologna, rappresentano una macchia da togliere a tutti i costi dalla loro storia, da negare oltre ogni evidenza” aveva aggiunto. Per finire con un affondo sulla riforma della giustizia (separazione delle carriere) che il governo intende varare, “un rinnovato progetto che fu della loggia massonica P2”.
Meloni e le sentenze che “attribuiscono le stragi ai neo-fascisti”
Parole chiarissime e durissime, che hanno spinto Meloni, da Parigi, a rispondere: “Il 2 agosto del 1980 il terrorismo – ha scritto la premier in un messaggio -, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la Nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l’Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime”.
Ma il vero attacco a Bolognesi arriva poche righe dopo: “Sostenere che le ‘radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo’, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione”.
La risposta di Bolognesi: “Meloni finisca di fare la vittima”
Da qui il diluvio di polemiche. A partire dall’immediata replica di Bolognesi: “Giorgia Meloni la finisca di fare la vittima. Ho visto altri fare le vittime durante i processi e poi sono stati condannati, le vittime sono gli 85 morti e i morti nelle altre stragi, che sono tutte fasciste. Non è una vittima, ma una che prende in giro le vittime”.
Schlein: “Meloni inadatta a guidare il Paese”
“Fare la vittima attaccando il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime nel giorno in cui si commemorano gli 85 morti e i 200 feriti dell’infame strage neofascista alla stazione di Bologna è un’operazione deplorevole”, ha dichiarato la segretaria Pd, Elly Schlein, “Le sentenze sulla strage e la sua matrice neofascista ed eversiva accertano i fatti accaduti, altro che ‘attribuiscono’, come si legge nella nota di Palazzo Chigi”.
“Chi amministra una comunità”, conclude, “dovrebbe cucire le fratture, sanare le ferite, mentre Meloni fa il contrario: spacca, divide, mette gli uni contro gli altri. È evidente che non è in grado di guidare questo Paese”.
Castellone: “Meloni non ha chiaro che deve parlare a nome di tutti gli Italiani”
Ancora più dura Mariolina Castellone (M5s), vicepresidente del Senato: “E’ evidente che abbiamo una presidente del Consiglio che non ha ben chiaro che, quando parla, dovrebbe provare a rappresentare ogni singolo cittadino italiano e non intervenire in modo aggressivo e divisivo come se fosse ancora la leader di un partito di opposizione”, dice. “È successo ieri con la gogna alimentata dalla Meloni contro l’atleta algerina Khelif. E’ successo di nuovo oggi con l’attacco del tutto inopportuno al Presidente dell’associazione familiari vittime della strage di Bologna Dr Bolognesi, nel giorno in cui la politica avrebbe invece dovuto solo ricordare le 85 persone che persero la vita in quel vile attentato di 44 anni fa, su cui ci sono ancora tante ombre da chiarire, ma non la matrice neofascista che è invece scritta e dettagliata nelle sentenze e negli atti processuali”.
Il vice-ministro Bignami difende la premier
Sull’altro fronte, ha parlato, tra gli altri, il viceministro Galeazzo Bignami (FdI) che ha detto di sentirsi “offeso non solo come carica istituzionale ma soprattutto da bolognese” dalle parole di Bolognesi. “Affermare una continuità di qualsiasi tipo di chi ha fatto quella cosa lì, atroce, schifosa e chi oggi è esponente di destra ed è di Bologna è una cosa inaccettabile. Mette a repentaglio l’incolumità delle persone. Ho già parlato col questore”.