“È una cosa di una gravità inaudita”. Non usa mezzi termini il senatore ligure M5s Luca Pirondini per commentare una norma, dedicata a Genova, contenuta nel Decreto Ambiente licenziato ieri dal Consiglio dei ministri.
L’articolo ad hoc per la Diga di Genova
Il passaggio in questione è quello che recita: “incentivare le operazioni di recupero dei rifiuti e di riutilizzo dei materiali di prossimità provenienti dalla realizzazione degli interventi relativi al tunnel sub-portuale e alla diga foranea di Genova, anche prevedendo che il Sindaco, quale Commissario straordinario, adotti tempestivamente un piano di gestione che riduca il conferimento in discarica e promuova politiche di sostenibilità”.
Cosa si nasconde dietro quell’articolo: rifiuti tossici
Che letto così sembrerebbe una cosa buona. In realtà rischia di non esserlo affatto. Secondo Pirondini (ma non solo) è in realtà il via libera allo sversamento di centinaia di migliaia di metri cubi di fanghi tossici nei cassoni della nuova Diga Foranea in costruzione. Il sindaco di Genova e candidato alle regionali per il centrodestra, Marco Bucci, da mesi chiede l’autorizzazione a poter riempire i cassoni che dovranno sorreggere la contestatissima diga con i fanghi raccolti dal dragaggio del porto di Genova.
Regione Liguria si è opposta due volte all’utilizzo dei fanghi
Il problema è che quei fanghi sono considerati rifiuti tossici (tecnicamente classificati come rifiuti di classe E) e, come tali, dovrebbero essere smaltiti in discarica (da qui la riduzione “del conferimento in discarica” del testo del decreto…) o, quantomeno, tenuti in un ambiente stagno. Un’operazione alla quale si era sempre opposta persino Regine Liguria che a luglio scorso e poi anche quattro giorni fa aveva ribadito al commissario Bucci che quelle operazioni non si potevano fare.
Utilizzabili, per Regione, sono infatti i rifiuti dalla classe A alla D. Non solo, la Regione aveva scritto che “un maggiore livello di dettaglio in merito ai progetti e alle modalità con cui il proponente (cioè il Commissario, ndr) intende gestire l’approvvigionamento delle materie necessarie alla realizzazione della Nuova Diga Foranea del Porto di Genova, dagli esiti dell’attività istruttoria che precede sono emerse tuttavia alcune criticità e incertezze”.
In particolare, i tecnici segnalavano forti criticità circa 220mila metri cubi di materiali da scavare per “l’esecuzione della platea di fondazione del nuovo bacino” del cantiere navale di Sestri Ponente (sempre da destinare ai cassoni), per i quali la Regione Liguria non condivide l’inquadramento giuridico proposto, rilevando inoltre “la presenza di amianto e nichel scarsamente indagata”.
Il decreto spazza via i divieti
Tutti “problemucci” che il decreto di ieri ha spazzato via. “Siamo sicuri che quella norma è destinata ai fanghi della diga di Genova”, spiega Pirondini, “del resto il ministro Salvini aveva promesso un ‘aiutino’ che infatti è arrivato”. Per il senatore pentastellato “è gravissimo che per superare le norme regionali e le leggi ordinarie in fatto di sicurezza e ambiente, il governo abbia fatto ricorso a una norma sovraordinata”.
“Questo progetto della diga è sbagliato”, attacca il consigliere regionale Ferruccio Sansa, “Primo perché la struttura poggia su fondo fangoso e rischia cedimenti strutturali. Secondo perché i costi rischiano di lievitare del 300 per cento. Terzo perché è impossibile rispettare i tempi previsti e perderemo il finanziamento Pnrr. Adesso emerge anche che per i riempimenti saranno utilizzati rifiuti tossici. Esiste un progetto alternativo per la diga. Ha un impatto ambientale ridotto dell’80%. Ma ha il terribile ‘difetto’ di costare un terzo. Non si riuscirebbe a spendere abbastanza denaro pubblico”.
I Verdi bocciano l’intero decreto
Ma, diga a parte, è l’intero impianto del decreto a non convincere. A mettere una dopo l’altra tutte le “magagne”, il deputato di Avs e portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli: “Il decreto disastroso. Blocca l’eolico off shore, togliendolo dalle procedure di semplificazione VIA l’autorizzazione di questi impianti; autorizza le trivellazioni persino davanti al Delta del Po e dà priorità a progetti energetici di interesse strategico, compreso il nucleare. Il Governo frena le energie rinnovabili mentre accelera trivellazioni e nucleare, confermando di voler fermare la transizione energetica. Nonostante la retorica sulla transizione ecologica, non ha approvato il piano per le zone idonee alle rinnovabili e blocca tutto con la norma Lollobrigida, mentre concede trivellazioni in aree fragili dal punto di vista idrogeologico”.
“La destra al governo vuole il ritorno al nucleare senza chiarire i costi o chi pagherà, mentre il deposito delle scorie non viene autorizzato”, continua Bonelli, “Questo decreto non è un piano per la tutela dell’ambiente, che prevede addirittura di usare inerti contaminati per riempire la diga foranea di Genova, è un provvedimento che tutela gli interessi legati alle fonti fossili”, conclude.