Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Così gli ex senatori che assaporavano la vittoria contro il taglio dei vitalizi, ed il loro ripristino, con annessi arretrati, per il momento dovranno attendere. Dopo la sentenza di poche settimane fa della Commissione contenziosa – il primo grado di giudizio – che aveva accolto i 499 ricorsi proposti da 776 ex senatori contro il taglio dei vitalizi, annullando parzialmente la delibera del Consiglio di Presidenza che ricalcolava retroattivamente col sistema contributivo l’assegno degli ex inquilini di Palazzo Madama, la partita non è ancora chiusa.
L’amministrazione del Senato, rappresentata dal segretario generale Elisabetta Serafin, ha infatti immediatamente impugnato la sentenza. Presentando, oltre al ricorso dinanzi al Consiglio di garanzia (giudice di secondo grado), anche l’istanza sospensiva del verdetto di primo grado. Istanza accolta dal collegio presieduto da Luigi Vitali. Non si sono fatti attendere, però, commenti e dichiarazioni in merito. “In un momento così complicato questi signori pensano solo ed esclusivamente ai propri interessi, ai privilegi che per anni si sono auto-assegnati. Dovranno mettere lo spumante in fresco per un po’. La nostra battaglia contro i privilegi e le ingiustizie sociali non finisce qui”. Così ha tuonato su Facebook la senatrice del Movimento 5 Stelle, Paola Taverna (nella foto), vice presidente di Palazzo Madama.
RESA DEI CONTI. Immediata la risposta del presidente del Consiglio di Garanzia del Senato Vitali: “Che il cittadino possa gioire o dispiacersi della questione rientra nel novero delle cose possibili. Che lo faccia la vice Presidente del Senato, oltre a rappresentare una caduta di stile, – prosegue Vitali – può ingenerare il sospetto che sulla sospensiva il Collegio abbia adottato una decisione politica e non di diritto; e che la stessa cosa possa avvenire per la decisione del merito. Poiché così non è e non sarà – ci tiene a sottolineare Vitali – in quanto la questione sarà valutata, come sempre, in punto di diritto; auspico, per l’avvenire, atteggiamenti più rispettosi dell’autonomia ed indipendenza di questo organo giurisdizionale”, conclude il presidente del collegio d’appello. Tocca poi alla senatrice dei 5 stelle Elvira Evangelista.
La vice presidente della commissione Giustizia esulta, invece, con contegno: “è una buona notizia per la nostra battaglia a favore delle giustizia sociale. Sarebbe intollerabile assistere alla restituzione di questo vecchio privilegio proprio in giorni di particolari sacrifici per gli italiani – aggiunge la parlamentare sarda che nel novembre 2019 si dimise dalla Commissione contenziosa, denunciando il conflitto di interessi in capo alcini componenti del collegio che non avrebbe garantito la totale imparzialità dell’organo – ma questo deve essere solo un primo passo: gli assegni spropositati non devono più tornare, ci auguriamo che nel giudizio di merito il Consiglio di Garanzia tenga conto delle esigenze pubbliche di equità sociale”.
EUROPA DOCET. Appena pochi giorni fa la Corte di Giustizia Europea ha sancito il principio secondo cui “gli Stati membri possono adottare misure di risparmio anche tagliando i trattamenti come i vitalizi, perché il diritto acquisito riguarda il fatto di ricevere una pensione, non il suo importo, che appunto può essere ridotto per ragioni di risparmio o di equità. – prosegue la senatrice pentastellata -. è proprio quello che ha fatto il Movimento nel 2018: abbiamo deciso di tagliare i vitalizi parametrandoli ai contributi che effettivamente avevano versato gli ex deputati e gli ex senatori. E questo sistema non va toccato, è un patto di trasparenza e equità che abbiamo voluto far siglare alle istituzioni con i cittadini”. Dunque, la partita dei vitalizi non è ancora chiusa. Chi l’avrà vinta?