La storia è nota. Il Garante, in vista dello sciopero generale indetto dalla Cgil e dalla Uil per il 29 novembre, ha chiesto al ministro leghista delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, di “ridurre a quattro ore” la durata relativamente ai settori del trasporto, dal momento che si profila – spiega – “il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”.
Il trasporto ferroviario era stato già escluso dallo sciopero generale di Cgil e Uil di venerdì dopo lo stop di 24 ore dello scorso weekend. L’eventuale riduzione a quattro ore avrebbe dovuto interessare, quindi, il settore aereo, marittimo e il trasporto pubblico locale come bus, tram, filobus.
Sciopero generale, l’incontro al ministero si risolve in un nulla di fatto. Cgil e UIl non si piegano
Salvini questo pomeriggio ha convocato i sindacati al ministero ma nulla da fare. Cgil e Uil non arretrano. E il vicepremier leghista, a conclusione dell’incontro, firma la precettazione riducendo lo sciopero a 4 ore. Peraltro lo scontro era già nell’aria nella nota che avevano scritto e fatto circolare in mattinata il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
“Nonostante gli incontri formali e informali che si sono svolti nei giorni scorsi e nonostante l’apertura al dialogo manifestata da Cgil e Uil, che hanno già rispettato la legge, esonerando dallo sciopero la categoria del trasporto ferroviario, la Commissione di Garanzia ha obbedito ai diktat del ministro Salvini, pubblicati sistematicamente sui social e attraverso la stampa, continuando ad avanzare ulteriori richieste per la limitazione del diritto di sciopero”, si legge nella nota.
“Al Ministro chiediamo che cosa abbia fatto in questi due anni per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, per migliorare le condizioni del trasporto pubblico e per assicurare la regolarità degli orari e dell’efficienza del servizio. Il diritto alla mobilità va garantito sempre e non solo in occasione della proclamazione degli scioperi. Salvini, piuttosto, farebbe bene a preoccuparsi di rinnovare i contratti a milioni di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno sono al servizio della cittadinanza”, proseguono i sindacalisti.
“Pertanto, Cgil e Uil confermano tutte le ragioni e le modalità dello sciopero generale del 29 novembre che sarà esercitato nel rispetto di quanto stabilito dalle norme, a partire dalle fasce di garanzia, e nell’interesse di tutte le lavoratrici e i lavoratori del Paese”, concludono Landini e Bombardieri.
Salvini al veleno contro i sindacati
“In 25 mesi di governo 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Esiste il diritto allo sciopero per i sindacalisti, esiste anche il diritto alla mobilità, alla salute ed al lavoro di tutti gli altri italiani”, dice Salvini a proposito dello sciopero annunciato per il 29 novembre, “guarda caso – si legge nella nota del Mit – di venerdì”.
Replica Bombardieri: ‘’Noi rispettiamo le regole, se ci sarà una precettazione la impugneremo e quindi ci rivolgeremo alla magistratura’’. “Attenderemo gli atti, li valuteremo e poi la necessità sarà quella ovviamente di impugnarli e di procedere nella direzione che già purtroppo abbiamo avuto modo di riscontrare in precedenti scioperi generali”, conferma la Cgil con Maria Grazia Gabrielli.
“Se faremo ricorso al Tar? – ha proseguito – Valuteremo in virtù di come sarà argomentata” la precettazione, “chiaramente” ci sarà “un ricorso al Tar, ma non escludiamo neanche di approfondire tutte le vie necessarie alla tutela in primis dello sciopero generale e dei lavoratori a cui viene leso questo diritto”. “Ormai Salvini lavora scientificamente per ridimensionare il diritto di sciopero. Un diritto garantito dalla Costituzione”, dicono i dem Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra.
“L’ennesima precettazione di uno Sciopero dei trasporti da parte di Salvini è solo il tentativo maldestro di scaricare sui lavoratori il caos terrificante in cui versa il settore. Un caos che ha come causa scatenante un ministro che andrebbe precettato lui, visto che di fronte ai problemi se la dà sempre a gambe levate senza mai fornire una soluzione. Gli utenti di treni e tpl sanno benissimo che l’odissea è ormai una costante settimanale, per nulla limitata alle giornate di Sciopero. Il quale, fino a prova contraria, è un diritto che la Costituzione sancisce. Salvini, invece di cianciare di banche, di ponte sullo Stretto o di canone Rai, provi magari ad ascoltarli questi lavoratori. E a dire qualche volta ‘sì, i disservizi del tpl sono responsabilità mia’. Così, giusto per vedere l’effetto che fa”. Così in una nota i parlamentari M5s delle commissioni Trasporti di Senato e Camera Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi, Luigi Nave, Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi e Giorgio Fede.