Atene non si piega e risponde a Francoforte: “Non facciamo ricatti e non li accettiamo”. Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis risponde duramente dopo che la Bce ha deciso di non accettare più i titoli di Stato ellennici in mano alle banche del Paese in cambio di liquidità. “La Germani sa bene cosa può succedere”, ha detto il ministro, “se si scoraggia troppo una nazione orgogliosa esponendola a trattative di una crisi del debito deflattiva. Questa nazione prima o poi si fermenta”. Prima della dura invettiva Varoufakis aveva incontrato il suo omologo tedesco Wolfgang Schaeuble. E nonostante una pace apparente il clima tra i due Paesi è più teso che mai. Con i tedeschi che chiedono di tornare sulla via dell’austerità e la Grecia che di piegarsi non ne ha proprio voglia. Matteo Renzi, da par sua, si è schierato dalla parte di Francoforte: “Hanno ragione loro”. L’accordo quadro sulla sostenibilita’ del debito greco “resta in piedi” e “non c’e’ stata alcuna discussione con le autorità su possibili cambiamenti”, precisa intanto il portavoce del Fondo monetario internazionale, Gerry Rice, interpellato sulla possibilità di una ristrutturazione del debito di Atene. Rice ha ricordato che in base al programma e’ prevista la possibilita’ di un alleggerimento del debito solo se Atene rispetta gli impegni dell’accordo quadro che prevede un taglio “al 124% del Pil entro il 2020 e sostanzialmente sotto il 110% del Pil entro il 2022”. Mentre ad Atene migliaia di persone sono scese in piazza davanti al Parlamento per ribadire il no all’austerità.
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