Scontrini pazzi e altri salassi, pure il Ferragosto è diventato roba da ricchi

L’emergenza del lavoro povero ormai è ineludibile, ma intanto tra scontrini pazzi e altri salassi il Ferragosto è diventato roba da ricchi.

Scontrini pazzi e altri salassi, pure il Ferragosto è diventato roba da ricchi

Il tilt della piattaforma salariominimosubito.it a causa dell’elevato numero di accessi in un tempo ridotto ha dimostrato, semmai vi fosse ancora bisogno di evidenze fattuali, come il superamento del “lavoro povero” sia un’esigenza sentita fortemente dagli italiani che guardando ai Paesi Ue – che si sono dotati di questo strumento ormai da tempo – sentono di dover fare un doveroso passo in avanti in termini di civiltà e di qualità della vita.

Così, con i working poors che dedicano il loro tempo a mansioni lontane dalla dignità retributiva che dovrebbe essergli riconosciuta (come diritto, non certo come concessione) pare del tutto inappropriato parlare di vacanze. E, invece, corre l’obbligo di farlo. Perché se godere del meritato tempo libero in una località turistica non è diritto costituzionalmente sancito, sarebbe bello che al danno non si aggiungesse la beffa.

Lavorare, guadagnare una miseria e non potersi permettere nemmeno un Ferragosto di svago per le cifre esorbitanti che spesso sono la conseguenza di speculazioni e privilegi consolidati di talune categorie (vedi alla voce: balneari e taxi, giusto per citarne due), dunque di scelte politiche sbagliate che prediligono il consenso alla giustizia sociale delle misure introdotte, o mantenute.

Ferragosto per ricchi, il caro vacanze

Nella nostra pazza estate italiana, pare infatti che il turismo stia subendo una significativa battuta d’arresto che però la Ministra Santanchè ama chiamare “anno zero” un modo di dire che non va né bene né male quando invece è evidente che le cose non vadano affatto per il verso giusto. La Venere di Botticelli “ferragnizzata” – giusto per citare una delle mirabolanti trovate dei consulenti del ministero – non ha infatti manifestato la sua attitudine taumaturgica, ma si è prestata benissimo a diventare un meme con i tanti guai giudiziari della Ministra.

Se il turismo del lusso, come abbiamo letto fino alla nausea in questi giorni, risulta rafforzato le cifre da capogiro che raggiungono prodotti che dalla dimensione del lusso sono lontani anni luce fa indietreggiare molti italiani rispetto all’idea di poter esercitare il proprio potere d’acquisto (per quanto debole) in una meta vacanziera italiana.

I balneari, che pagano cifre irrisorie per concessioni che sono diventate “rendite di posizione” a causa dell’assenza di gare (l’Europa su questo non tollererà ancora a lungo I temporeggiamenti italiani), esibiscono cifre da capogiro sui loro listini in nome del libero mercato con la motivazione del caro energia, unitamente all’incremento dei costi delle materie prime. Scudo dietro cui è possibile legittimare anche aumenti che poco hanno a che fare con motivazioni reali, se non quelle di far lievitare i propri introiti in un periodo di crisi generalizzata.

Spiagge roventi

Si sa che nei momenti più difficili taluni si arricchiscono allargando la forbice con i poveri destinati a diventare ancora più poveri. Si può optare allora per la spiaggia libera? A trovarne. L’erosione delle spiagge è un problema reale, il bene scarseggia ed è difficile individuare uno spazio in cui poter piantare un ombrellone senza incorrere in una sanzione.

Ma se le vacanze non sono solo balneari, a far tremare le vene ai polsi sono anche i prezzi che raggiungono i servizi ad alta quota sempre in nome di un’inflazione che colpisce tutti: gestori e consumatori, imprenditori e lavoratori.

L’estate infatti si gioca in rete con la moda dello “scontrino pazzo” (ognuno di noi sono certa ne abbia almeno un paio da condividere!) dal costo del toast tagliato in due, al cubetto di ghiaccio, alle tigelle vendute a peso d’oro con tanto di protesta collettiva finale dei consumatori (fino alla riduzione del costo) pare che la realtà superi di gran lunga la fantasia e che si trovi qualsiasi escamotage per battere qualche euro in più sullo scontrino da sottoporre ai clienti.

Così, essere dei consumatori consapevoli diventa decisivo: dall’acquisizione delle informazioni prima di effettuare qualsiasi ordine, fino ad arrivare al consulto delle recensioni di altri clienti per lo stesso locale, per poi esercitarsi a immaginare gli eventuali supplementi aggiuntivi così da anticipare argutamente qualsiasi fregatura. Fatto sta che quest’anno è più probabile che trascorreremo il Ferragosto in casa e arrabbiati ad aspettare che la piattaforma delle opposizioni si sblocchi per dare il nostro supporto, che su una spiaggia a berci un drink.