di Stefano Iannaccone
Gli scandali sulle scommesse abbondano, ma la politica tace. A dispetto degli annunci, la proposta di legge dei ministri Angelino Alfano e Andrea Orlando è infatti sparita dai radar del Parlamento. L’idea era quella di confiscare i beni ottenuti con gli illeciti. Peccato, però, che il testo di iniziativa governativa, depositato lo scorso ottobre, sia in commissione Giustizia al Senato, senza che sia stato avviato l’iter. In buona compagnia di altre proposte presentate alla Camera. Eppure le frodi sportive proliferano, in Italia come in ambito internazionale. Nel tennis sono stati squalificati due arbitri, il kazako Kirill Parfenov e il croato Denis Pitner, rei di aver di scommesso. Ma il problema non esiste solo oltre il confine nazionale. Anzi. Alcune volte giocatori italiani sono stati tirato in ballo.
MADE IN ITALY – E che dire degli scandali di calcioscommesse? In conferenza stampa a settembre Alfano gongolava, spiegando il provvedimento: “È qualcosa di molto simile a ciò che è previsto per aggredire un patrimonio mafioso”. E aggiungeva: “Finalmente ci saranno conseguenze patrimoniali per questo tipo di reato, rendendo sempre obbligatoria la confisca dei beni”. Per carità, nobili intenzioni. Che però sono rimaste tali nonostante la possibilità di un’ampia convergenza in Parlamento. “Nonostante sia indispensabile intervenire per riformare il settore e inasprire le sanzioni, il disegno di legge del governo è rimasto lettera morta”, accusa Walter Rizzetto, iscritto al Gruppo Misto di Montecitorio. “Bisogna agire contro un regolamento opaco”, aggiunge. Il vice capogruppo di Scelta Civica, Bruno Molea, attento alla legislazione sportiva, difende però l’operato del governo: “Si è occupato con attenzione del mondo sportivo”. Tuttavia ammette: “L’inasprimento della pena non serve a molto, perché non è la soluzione del problema. Sarebbe necessario controllare i bilanci delle società e i movimenti bancari di alcuni soggetti”.
TANTE IDEE – Non solo l’esecutivo è distratto. Alla Camera c’è la proposta del collega di Molea in Scelta Civica, Mariano Rabino, che ha messo nero su bianco per un codice di consumo relativo alle manifestazioni sportive. Perché, sostiene il parlamentare di Sc, “il tifoso, essendo indotto ad acquistare titoli di accesso a spettacoli sportivi grazie a forti sentimenti passionali ed emotivi, risulta esposto a forme di indebito sfruttamento di tali sentimenti”. Ma il ddl di luglio 2015 è finito nell’oblio. Stessa sorte è toccata all’iniziativa del vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, che per fare chiarezza sul calcioscommesse voleva una commissione composta da 50 persone. Non ha avuto seguito nemmeno la mozione di Rizzetto che chiedeva di “adottare una riforma del sistema delle scommesse sul sistema online”. Del resto se è ferma una proposta del governo, difficile pensare che si possa sbloccare qualcosa.
Twitter: @SteI