Sciopero dei magistrati, la protesta delle toghe contro la riforma Nordio: a Roma in piazza con Coccarde e Costituzione

Da Roma a Milano a Napoli. Arriva l'ora dello sciopero delle toghe contro la riforma Nordio. "Difendiamo la Costituzione", dicono.

Sciopero dei magistrati, la protesta delle toghe contro la riforma Nordio: a Roma in piazza con Coccarde e Costituzione

Con le coccarde tricolori sulle toghe e una copia della Costituzione tra le mani, oggi i magistrati italiani si fermano per protestare contro la riforma Nordio sulla separazione delle carriere che, dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera, è ora all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato.

“Difendiamo la Costituzione”

Da Nord a Sud i magistrati incroceranno le braccia per uno sciopero “a difesa della Costituzione”. Una mobilitazione indetta a dicembre dall’Anm che, come ha spiegato il neosegretario generale Rocco Maruotti, non si limita a essere una giornata di astensione dal lavoro, ma di “incontro con la cittadinanza”.

Flash mob a Roma davanti alla Cassazione

Tante le iniziative e gli eventi nelle varie città italiane, con il clou in programma a Roma a partire dalle 10. Prima un flash mob sulla scalinata della Corte di Cassazione, con i magistrati che indosseranno una coccarda tricolore sulla toga e terranno in mano una copia della Carta.

A seguire pm e giudici si sposteranno in una sala del cinema Adriano, proprio di fronte il palazzo della Corte, dove si terrà l’assemblea pubblica aperta alla società civile, con i vertici dell’Anm, magistrati e cittadini. Sono previsti gli interventi del presidente dell’Associazione Cesare Parodi, del segretario Maruotti e del vicepresidente Marcello De Chiara. Tra gli ospiti lo scrittore Gianrico Carofiglio e l’ex presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia.

Iniziative dei magistrati in ogni città

Anche a Milano è in programma un flash mob davanti al Palazzo di Giustizia, seguito da un’assemblea in Aula Magna, mentre a Genova è prevista la partecipazione, tra gli altri, di Antonio Albanese, che leggerà un testo di Piero Calamandrei.

A Napoli, invece, l’assemblea si svolgerà alla biblioteca Tartaglione del Palazzo di Giustizia. Attesi gli scrittori Maurizio De Giovanni e Viola Ardone. In alcune città sono stati organizzati eventi con gli studenti delle scuole superiori e universitari.

Prima lo sciopero, poi l’incontro con Meloni

Una mobilitazione su larga scala che non potrà non rialimentare lo scontro con la maggioranza di governo e che arriva a meno di una settimana dall’incontro con la premier Giorgia Meloni, in programma il 5 marzo e al momento ancora confermato.

Un appuntamento definito dal segretario dell’associazione nazionale magistrati, “un’occasione di confronto per cercare di spiegare ancora una volta le nostre ragioni rispetto alle obiezioni che poniamo sulla riforma e anche per far capire meglio che non siamo nemici della nazione ma persone che svolgono una funzione delicata che è quella di garantire i diritti dei cittadini”.

Maruotti ribadisce, inoltre, che la separazione delle carriere “non incide sullo status dei magistrati ma mira a riscrivere un pezzo della Carta costituzionale e lo si sta facendo – sottolinea – in un modo non del tutto condivisibile. Alla Camera dei deputati in prima lettura si è andato avanti con un testo blindato. Noi pensiamo che le modifiche della Costituzione richiederebbero quantomeno un maggiore confronto e ascolto”.

Delmastro: “Nessuna volontà di rivalsa sulle toghe”

Parole rispedite al mittente dal governo con il sottosegretario alla Giustizia, il condannato in primo grado, Andrea Delmastro: “Le riforme costituzionali avremmo avuto il piacere di farle coinvolgendo tutte le categorie, credo che le abbiamo sollecitate e credo che non sempre abbiano raccolto la nostra sollecitazione”. E poi assicura: “Non c’è nessun intervento punitivo nei confronti della magistratura, nessuno spirito di rivalsa” e l’accusa di voler sottoporre il pm all’esecutivo è “decisamente strumentale”

Zaccaro (AreaDg): “Ci fermiamo per tutelare l’assetto costituzionale”

“I magistrati italiani non protestano per difendere privilegi o per chiedere migliori condizioni di lavoro, che pure servirebbero per fare funzionare meglio la Giustizia. Domani (oggi, ndr) scioperano per rappresentare i rischi della riforma Nordio e per tutelare l’assetto costituzionale della magistratura”, spiega Giovanni Zaccaro, segretario di AreaDg.

“Non rimangono a casa – aggiunge – ma partecipano alle decine di incontri con la cittadinanza organizzati proprio per spiegare che la riforma Nordio non renderà i processi più veloci o le decisioni più giuste ma separerà i pubblici ministeri dal potere giudiziario, con il pericolo che vengano attratti nella sfera di influenza del potere esecutivo o del potere legislativo, ossia siano sottoposti al controllo delle maggioranze di turno. Se così fosse – aggiunge il segretario dell’associazione che riunisce le toghe progressiste- si realizzerebbe il disegno di una magistratura non più autonoma ed indipendente ma al servizio di chi, ogni volta, vincerà le elezioni”.

Per questo, oggi e nei prossimi mesi, è “importante la massima partecipazione ma soprattutto il confronto con i cittadini in ogni occasione di dibattito possibile”.