La Francia non ha digerito le parole che il vicepremier Luigi Di Maio ha rivolto, sul tema dell’immigrazione, al presidente Emmanuel Macron. Fonti diplomatiche parigine le hanno definite “ostili e senza motivo”, a tal punto da convocare la nostra ambasciatrice a Parigi, Teresa Castaldo. “Ci sono decine di stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, – aveva detto Di Maio questa mattina – e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i paesi africani”.
“Se vogliamo fermare le partenze – aveva poi spiegato il vicepremier – cominciamo ad affrontare questo tema e cominciamo a farlo anche all’Onu, non solo in sede di Unione Europea. E l’Italia si deve far sentire ed è per questo che nelle prossime settimane ci sarà una iniziativa parlamentare del M5S che impegnerà sia il Governo italiano sia le istituzioni europee, sia tutte le istituzioni diplomatiche sovranazionali, a iniziare a sanzionare quei paesi che non decolonizzano l’Africa, perché quello che sta succedendo nel Mediterraneo è frutto delle azioni di alcuni paesi che poi ci fanno pure la morale”.
“Queste dichiarazioni da parte di un’alta autorità italiana sono ostili e senza motivo visto il partenariato della Francia e l’Italia in seno all’Unione europea. Vanno lette in un cotesto di politica interna italiana”, hanno commentato fonti diplomatiche francesi interpellate dall’Ansa. L’ambasciatrice d’Italia a Parigi, Castaldo, è stata poi convocata dal ministero degli Esteri francese, Nathalie Loiseau, per chiarimenti.
Sullo stesso tema è intervenuto, con un lungo post su Facebook anche Manlio Di Stefano, sottosegretario del M5S agli Affari esteri. “Sono felice nel constatare che l’argomento del Franco Cfa – ha detto -, ovvero del controllo monetario della Francia sulle sue ex colonie africane, sia esploso sulla stampa italiana a seguito di dichiarazioni di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Meglio tardi che mai visto che ne parliamo, seppur con minore risalto, da tempo”.
“Peccato che – ha aggiunto il sottosegretario – in un continuo tentativo di denigrarci invece che di affrontare i problemi reali, la stampa utilizzi anche questo argomento come terreno di scontro col M5S facendo, quindi, da sponda a chi continua a umiliare e sottomettere politicamente Paesi e generazioni di loro cittadini. Non si capisce il motivo per il quale un Paese straniero debba detenere la valuta forte destinata a sue ex 15 colonie e convertirla in moneta locale controllandone quindi il tasso di cambio e fattori paralleli come l’inflazione”.
Contro la moneta coloniale si è scagliata anche Giorgia Meloni. “Finalmente – ha scritto su Facebook la leader di Fratelli d’Italia – anche la sinistra, da Di Maio a Fassina, si accorge del fatto che alla base dell’immigrazione c’è anche il neocolonialismo francese in Africa e l’usura fatta con la moneta coloniale Franco Cfa”.