No, non è così scontato. Negli uffici del Nazareno circola un sondaggio che dà Stefano Bonaccini con un gradimento al 25% per la segreteria del Pd ma poco dietro, al 21%, sarebbe tallonato da Elly Schlein che ha ufficializzato la sua candidatura. Sarebbero sotto il 5% gli altri due candidati Matteo Ricci e Paola De Micheli.
Un sondaggio dà Elly Schlein a soli 5 punti da Stefano Bonaccini. Nel caso vincesse gli ex renziani minacciano l’addio
Il dato è importante perché nel mese di gennaio ci saranno le votazioni “interne” al partito tra gli iscritti ma poi, stando allo Statuto, il 19 febbraio i primi due si sfideranno alle primarie aperte. I dati si riferiscono solo al gradimento tra gli iscritti al Pd ma con questi numeri è probabile che molti degli indecisi, quando i due sfidanti si affronteranno ai banchetti aperti anche ai simpatizzanti, decideranno di convergere su Elly Schlein. Che per tutta la giornata di ieri è stata l’obiettivo degli attacchi della destra e del cosiddetto Terzo polo.
Tra i renziani e i calendiani serpeggia il timore che un’eventuale vittoria di Schlein allontani definitivamente qualsiasi possibilità di collaborazione con i Dem e, nonostante il bullismo di facciata, sanno benissimo che la sponda con il Partito democratico gli serve per governare in diverse realtà.
Anche per questo la giornata di ieri si è consumata tra rivendicazioni varie (con Renzi che reclama di essere “l’inventore” di Schlein) e minacce di separazione. Lo spettro della “scissione” nel caso di vittoria di Schlein ora non è più una voce isolata (il primo fu Gori venerdì) ma una minaccia dell’area progressista. Non proprio il clima ideale per ricostituirsi.