Giorgia Meloni anche oggi sarà impegnata al Consiglio europeo. Filippo Scerra, deputato M5S e questore della Camera, con quale credibilità si presenta al tavolo la premier?
“Con una credibilità inesistente. Abbiamo visto l’atteggiamento arrogante tenuto in Parlamento e le scenette finite sul Wall Street Journal. Lei dovrebbe essere una figura istituzionale e invece interpreta le aule parlamentari come un palcoscenico teatrale”.
Nei giorni scorsi c’è stata una riunione tra Francia, Germania e Polonia ma l’Italia non è stata invitata. Che ne pensa?
“L’Italia paga inevitabilmente le affinità con Viktor Orbán e con i suoi alleati sovranisti. Non mi riferisco solo a Meloni. Abbiamo visto l’imbarazzo che ha creato Matteo Salvini commentando in modo scomposto e inopportuno le elezioni in Russia. Come si fa a ritenere libere le elezioni che ci sono state in Russia?”.
Ritiene che la posizione dell’Italia oggi con le destre al governo sia troppo accondiscendente verso Washington?
“L’Italia di Meloni è totalmente schiacciata sulle volontà statunitensi, e questo non è un bene per noi. Non lo è nemmeno per l’Europa, e mi faccia dire neanche per gli stessi Usa. Qui nessuno mette in discussione l’amicizia e l’alleanza con gli Stati Uniti ma l’Italia ha sempre avuto un ruolo di ponte e dialogo, essere subalterni in tutto e per tutto ai diktat che vengono da Oltreoceano significa essere più deboli e togliere centralità al nostro Paese”.
Questo Consiglio europeo sarà un vertice di guerra. Corriamo davvero il rischio di un terzo conflitto mondiale?
“C’è un rischio evidente di escalation. Noi purtroppo denunciamo da mesi questo pericolo. Per questo è urgente attivare con serietà e urgenza un percorso diplomatico. Ma al netto degli evidenti pericoli che sono davanti agli occhi di tutti ribadiamo che tenere aperto il conflitto russo-ucraino è un danno enorme, soprattutto per il popolo ucraino”.
Se voi foste al governo come vi comportereste sul conflitto in Ucraina?
“Saremmo autentici protagonisti di una rete di confronto e dialogo per far sedere allo stesso tavolo i protagonisti di questo conflitto. Sappiamo benissimo che c’è un aggressore, ovvero la Russia, e un aggredito, ovvero l’Ucraina, ma proprio per questo dobbiamo agire immediatamente per impedire altri morti”.
È possibile oggi parlare di pace senza passare per filoputiniani?
“Purtroppo accade questo, chi vuole parlare di pace viene considerato filoputiniano. Succede perfino al Papa quando indica la via della pace. Volere la pace non significa essere filoputiniani, è una sciocchezza. Quello della pace è un interesse assoluto e globale”.
Continua la strage a Gaza. Ma il nostro governo continua a fornire armi a Tel Aviv come ha ricordato il vostro presidente Giuseppe Conte.
“Questo esecutivo si sta voltando dall’altra parte ed è troppo morbido con Netanyahu. Per noi è un errore continuare a inviare armi, c’è un tema etico prima che normativo. E soprattutto c’è un tema di postura complessivo, quella di Antonio Tajani e Giorgia Meloni è inadeguata. Anche in Europa abbiamo visto governi molto più impegnati e protagonisti su questo fronte, anche in Europa”.
Cresce la fronda contro il bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea.
“Non entro nelle vicende del Partito popolare europeo, sono dinamiche che riguardano loro. Dico però che abbiamo sostenuto Von der Leyen su un determinato programma a inizio legislatura, ora certe scelte che sta facendo non ci convincono affatto…”.
Cambiando argomento, di recente abbiamo assistito a un ennesimo scontro istituzionale ingaggiato dal governo contro la Corte dei Conti sugli ultimi tagli alla sanità. Che ne pensa?
“Guardi, dico con chiarezza che considerare un organismo indipendente come un avversario è un errore enorme. La Corte dei Conti è un’istituzione preziosa per la tenuta del Paese, l’esecutivo dovrebbe avere l’umiltà di ascoltare e correggere i propri errori. Invece persiste in un atteggiamento muscolare. La destra al governo vede nemici ovunque. Sono ossessionati. E lo fanno per distrarre dalle proprie mancanze”.
Il centrodestra ha deciso di affossare il conflitto di interessi targato M5S. è arrivato infatti, in commissione Affari Costituzionali alla Camera, dove è in discussione il testo, un emendamento del relatore che lo riscrive dando una delega al governo a intervenire sulla questione entro due anni e, di conseguenza, sopprimendo 17 articoli del testo. Perché è una cattiva notizia?
“Perché una legge sul conflitto di interessi serve al nostro Paese, che ha una normativa vecchia e inadeguata. Sarebbe una norma minima di igiene politica, ma questa maggioranza fa del conflitto di interessi la propria cifra per cui capisco che abbia difficoltà a intervenire sul tema”.