Che ormai si sia nel pieno della prima fase del congresso del Pd, quella tra gli iscritti del partito che voteranno 2 dei 4 candidati (Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli) si nota dalle polemiche sulle tessere che cominciano ad accendersi. Ieri al Nazareno si è parlato di migliaia di iscrizioni a rischio di invalidamento. Solo a Napoli sarebbero un migliaio su un totale di seimila, dicono alcune fonti parlamentari del Pd.
Nel Pd è boom di iscrizioni pro Bonaccini. E c’è chi chiede lo stop dei congressi locali. Il governatore emiliano favorito al primo turno.
“È un caos tale che non si capisce ancora quanto sia largo”, spiega un parlamentare dem. Un quadro confuso soprattutto a Salerno ed Avellino, federazioni su cui si stanno concentrando in queste ore le verifiche. A far emergere il caso è stato il nuovo sistema di tesseramento online che rende tracciabili le operazioni. Sulla carta, si possono sottoscrivere fino a tre tessere per volta con una unica carta di pagamento. “Ma c’è stato chi si è creduto più furbo della piattaforma online del Pd, usando carte che riconducevano ad un unico conto fino a ottanta volte”.
Sandro Ruotolo chiede che si blocchino i congressi locali, l’altro ieri era stata Susanna Camusso (eletta in Campania) dal palco, in un comizio a Caserta con la candidata segretaria, a tirare fuori la questione puntando il dito contro il presidente del consiglio regionale campano, Gennaro Oliviero, sostenitore di Stefano Bonaccini.
“Ho letto che a Sessa Aurunca, proprio il paese natio di Oliviero, c’è stato un boom di tesseramenti”, ha detto Camusso. Oliviero si dice “basito” e lega l’aumento di tessere alla “speranza nella ventata di novità” rappresentata da Bonaccini. Schlein va all’attacco e nel filo diretto a Radio Immagina, ha rilanciato la questione: “Abbiamo letto di tesseramenti gonfiati, abbiamo fiducia nel lavoro delle commissioni congresso. Noi siamo altro, non accetteremo i soliti giochi, i pacchetti di tessere e i signori delle tessere. È questione di cambiare metodo. Da qui passa una credibilità diversa in alcuni territori in cui il partito è diventato una rincorsa al potere per il potere”.
Bonaccini, dal canto suo, ribadisce la richiesta di “trasparenza e rigore”: “se qualcuno sbaglia, bisogna essere capaci di intervenire in maniera radicale. Ci sono le commissioni preposte e laddove c’è qualche anomalia, quell’anomalia va immediatamente perseguita e risolta, non solo in Campania ma in tutta Italia”.
I congressi dei circoli e le polemiche annesse indicano che i “signori delle tessere” (di cui il Partito democratico non è mai riuscito a liberarsi) sono scesi in campo. Non è difficile capirne la strategia: sembra ormai scontata la vittoria in questa prima fase di Bonaccini su Schlein, prima del confronto nelle primarie aperte a tutti, dove invece il divario è meno scontato.
“Se Bonaccini vincerà di molto sarà facile depotenziare Schlein nella fase successiva – sussurra un senatore dem – perché perfino nel caso in cui a vincere alla fine fosse lei non riuscirebbe mai a prendere la guida reale del partito e della macchina interna”. Anche per questo il comitato di Elly Schlein in questi ultimi giorni ha convogliato le sue energie per convincere più gente possibile a iscriversi al partito senza aspettare la seconda fase, quella delle primarie.
“Sta crescendo l’onda. Percorro cinque Regioni in due giorni, giro da anni, 20mila persone si sono iscritte alla mia pagina. Il Pd ha 60mila iscritti. Se questi primi 20mila sostenitori registrati votano, e crescono, cambiano i rapporti di forza delle vecchie correnti”, ha detto ieri Schlein. Il rischio, per l’ennesima volta, è che il congresso non finisca mai. Nel momento in cui si ufficializzerà un vincitore le correnti che avrebbero dovuto scomparire sono pronte a scorrere ancora.