Promosso dalla riforma della Buona Scuola, ma bocciato alla pubblica opinione. Finito nell’occhio del ciclone Giovanni Scattone ha deciso di rinunciare alla cattedra che aveva ottenuto con l’entrata in vigore della riforma sulla scuola. Non è bastato scontare la pena al professore che ha pagato per l’omicidio di Marta Russo. A quanto pare la pena non lo ha riabilitato agli occhi della persone. Le critiche nei suoi confronti sono state feroci sin dal primo attimo in cui Scattone ha ottenuto la cattedra di Psicologia all’istituto professionale Einaudi di Roma.
PRESSIONI ESASPERATE
“Se la coscienza mi dice di poter insegnare, la mancanza di serenità mi induce a rinunciare all’incarico”, queste le parole di Scattone per annunciare la sua rinuncia all’insegnamento. “Con grande dolore ed amarezza ho preso atto delle polemiche che hanno accompagnato la mia stabilizzazione nella scuola con conseguente insegnamento nell’oramai imminente anno scolastico”, ha spiegato il professore, “Il dolore e l’amarezza risiedono nel constatare che, di fatto, mi si vuole impedire di avere una vita da cittadino normale. La mia innocenza, sempre gridata è pari al rispetto nei confronti del dolore della famiglia Russo. Ho rispettato, pur non condividendola, la sentenza di condanna. Quella stessa sentenza mi consentiva, tuttavia, di insegnare. Ed allora sarebbe stato da Paese civile rispettare la sentenza nella sua interezza. Ho sempre ritenuto”, ha concluso Scattone, “che per essere un buon insegnante si debba anzitutto essere persona serena”.
PENA NON RIABILITANTE
Marta Russo, studentessa della Sapienza, fu uccisa nel ‘97 a 22 anni dopo essere stata colpita alla testa da un proiettile mentre camminava nei vialetti dell’Università. Scattone nel 2003 fu condannato dalla Cassazione a cinque anni e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo. Una pena scontata. Senza dimenticare che Scattone ha già insegnato dieci anni come supplente, ma evidentemente la pena scontata e l’insegnamento non sono bastati a riabilitarlo agli occhi della pubblica opinione. Ma allora una domanda sorge spontanea: il carcere riabilita le persone o non è questa la sua funzione?
L’ALTRO FRONTE
Soddisfatti di questo epilogo i genitori di Marta Russo. “Giustizia è stata fatta”, affermano nel commentare la decisione presa dal professore, “Sono contenta per gli studentiche non avranno come insegnante una persona così inadatta ad essere educatore”, ha affermato la madre di Marta Russo, “Il temporaneo passo indietro di Giovanni Scattone non ci rende felici per una sorta di vendetta che non ci restituirebbe mai Marta, ma perché i ragazzi non impareranno da chi per primo non ha imparato a prendersi le proprie responsabilità di fronte allo Stato, a noi e all’intera opinione pubblica”.