Dopo una trattativa serrata, durata oltre sei ore e con diverse pause, è terminato con il lieto fine l’incontro tra governo e sindacati che cercavano una mediazione sullo sblocco dei licenziamenti. “Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro”, fanno sapere con una nota i sindacati al termine del confronto a Palazzo Chigi.
Un patto su cui è arrivato anche il benestare, fino a poche ore fa tutt’altro che scontato, di Confindustria. Al tavolo della difficilissima trattativa sui licenziamenti sedevano il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (nella foto), il titolare dell’Economia, Daniele Franco, e i segretari generali di Cgil, Maurizio Landini, Cisl, Luigi Sbarra, e Uil, Pierpaolo Bombardieri.
TUTTI SODDISFATTI. Una trattativa in cui non sono mancati momenti di forte apprensione come dimostrano i quattro stop and go per valutare le istanze delle parti sociali e l’interlocuzione live con Confindustria che da tempo spinge per sbloccare per tutti i licenziamenti. Un confronto a tratti duro ma leale che si è concluso, come fanno sapere le parti, con un’intesa articolata in diversi punti: il Governo ha confermato la volontà di introdurre criteri selettivi nella proroga del blocco dei licenziamenti e nella proroga della Cassa Covid “indicando nel tessile, nella moda e nel calzaturiero i comparti interessati”; saranno introdotte 13 settimane aggiuntive di Cassa gratuita per tutte le imprese, “sia per le crisi nazionali al Mise sia per le piccole e micro-vertenze regionali e provinciali”; scatta l’obbligo a non licenziare “se non dopo aver consumato la nuova dotazione”.
E ancora: viene predisposto un importante “avviso comune tra Cisl, Cgil Uil, Confindustria, Confapi, Sistema della Cooperazione patrocinato dal Governo con cui gli imprenditori si impegnano, prima di avviare interventi di risoluzione dei rapporti di lavoro, ad utilizzare tutti gli strumenti istituzionali e contrattuali a disposizione e previsti dalla legge” ossia cassa integrazione, contratti di solidarietà difensivi ed espansivi, intese di riduzione/ rimodulazione dell’orario di lavoro.
Verrà istituito anche un nuovo tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi tra il governo e i sindacati per verificare l’andamento dell’intesa e risolvere eventuali situazioni di criticità che potrebbero venirsi a creare in quello che molti già definiscono un “autunno caldo” dove le conseguenze economiche derivanti dalla pandemia da Covid-19 presenteranno il conto. Studi alla mano, non ultimo quello effettuato un anno fa dalla Banca d’Italia, a rischiare il posto nell’arco dei prossimi 12 mesi potrebbero essere fino a 500 mila italiani anche se altre stime, fatte da organismi terzi e in tempi più recenti, riducono il fenomeno a circa 70 mila unità.