Dalla Cisl di Luigi Sbarra arriva un’apologia del Jobs Act di Matteo Renzi e un netto “no” al referendum per la sua abolizione proposto dalla Cgil. È la posizione è stata ribadita sabato mattina dal segretario generale della Cisl a margine dell’Assemblea Nazionale del sindacato, a Roma. “Il Jobs Act è stato una grande riforma, non priva di lacune, ma anche con aspetti assolutamente positivi: ha aiutato ad allargare ed estendere gli ammortizzatori sociali, ha contrastato la pratica delle dimissioni in bianco, ha allungato il periodo della Naspi, ha investito sulle politiche attive del lavoro, ha eliminato i contratti a progetto, ha combattuto il falso lavoro autonomo, i tirocini” per cui “fare di tutta un’erba un fascio è sbagliato”, ha detto Sbarra.
Per Sbarra l’art. 18 è “anacronistico”
Che ha poi aggiunto che sarebbe “sbagliato rialzare la bandiera anacronistica dell’articolo 18”. “Gli obiettivi con Cgil e Uil sono comuni”, ma, afferma, “il sindacato non può vendere sogni, deve fare i conti con la realtà e nella difficile realtà conquistare traguardi valorizzando e capitalizzando risultati nel rapporto con i lavoratori”, ha detto il segretario ai 5mila delegati della Confederazione. “Rispettiamo le iniziative delle altre sigle sindacali, anche se sul merito ci sentiamo di affermare che non condividiamo”, ha poi sottolineato il leader della Cisl, “Oggi la vera tutela che dobbiamo conquistare per le persone negli ambienti lavorativi si chiama formazione, si chiama investimento sulle competenze, si chiama apprendimento, conoscenza: è questo oggi il vero tema”.
L’ennesima rottura in nome della collaborazione col governo Meloni
L’ennesima rottura, insomma, con Cgil e Uil. Una frattura già chiarissima nella scelta della Cisl di non partecipare allo sciopero generale di giovedì scorso, indetto contro i morti sul lavoro, nonostante il gravissimo incidente alla centrale di Suviana. Sul tema della strage quotidiana sul posto di lavoro, Sbarra ha infatti teso una mano al governo Meloni e invitato al dialogo le parti sociali: “La piaga delle morti e degli infortuni sui luoghi di lavoro è così importante e dolorosa che merita unità e coesione nazionale. Politica, istituzioni, sistema delle imprese e organizzazioni sindacali devono remare insieme nella stessa direzione – ha detto – dobbiamo costruire una grande strategia nazionale che ponga fine a questa lunga scia di sangue. Chiediamo al governo e al sistema delle imprese di rafforzare e consolidare il dialogo e il confronto per varare misure e provvedimenti necessari a porre fine a questa vera e propria carneficina”.
Con Cgil e Uil “abbiamo obiettivi comuni ma sensibilità diverse. Guai ad affidarsi al pensiero unico, il pluralismo sindacale è una grande ricchezza e la Cisl lavora per la coesione e l’unità nazionale”, ha infatti detto Sbarra.