Come previsto, lo sbarco dei migranti che si trovavano a bordo della nave di Medici senza frontiere, Geo Barents, è avvenuto oggi ad Ancona. Nonostante il maltempo e la richiesta di un porto più vicino rifiutata dal Viminale, la nave ha raggiunto la destinazione.
Sbarco dei migranti ad Ancona
Sono sbarcati nel porto di Ancora i migranti a bordo della Geo Barents, nave dei Medici Senza Frontiere. “Non si tratta, comunque, di casi urgenti”, fanno sapere da Medici senza frontiere. Tuttavia, le polemiche non sono mancate. La nave di Msf è attraccata con un giorno di ritardo a causa sicuramente del maltempo ma anche perché il porto marchigiano non era quello più comodo da raggiungere.
“Un’inutile sofferenza – secondo Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo – che si aggiunge quella che hanno sopportato i migranti fuggiti dalla Libia dove sono stati torturati. Potevano essere evitati con l’assegnazione di un porto più vicino di Ancona”.
La Geo Barents approda al porto dopo una dura traversata
“E’ stata una traversata molto dura, giorni di navigazione con onde alte più di tre metri. I naufraghi si sono indeboliti e ammalati. Credo che sia stato sottovalutato l’impatto per tutte le persone a bordo”. A dirlo è il capomissione di Msf, Juan Matias Gil, dopo l’arrivo al porto. “Adesso le autorità qui stanno facendo il meglio per accoglierli, ma sono stati giorni difficili che hanno aggravato la sofferenza di persone che in Libia hanno subito torture. Abbiamo documentato storie terribili, storie che purtroppo per noi non sono niente di nuovo perché le sentiamo ogni volta che facciamo soccorsi. Accade sempre, queste persone scappano da un Paese in cui i diritti umani non vengono rispettati”.
Nei giorni scorsi, era stata chiesto al Viminale un porto di sbarco più vicino ma l’autorizzazione non è arrivata. “Mi auguro che questa sia l’ultima volta che sbarchiamo qui e che la prossima volta ci venga assegnato un porto sicuro più vicino come prevede la legge. Speriamo in una collaborazione con le autorità, noi siamo pronti”, aggiunge, ricordando come il numero di naufraghi soccorsi dall’ong sia “insignificante rispetto a quelli che arrivano in Italia. Si cerca di penalizzare le navi come le nostre ma gli unici a pagare il prezzo sono i migranti”, conclude.