Dal modo di attrezzare le barche da pesca al volo degli uccelli, l’Unione Europea ormai disciplina qualsiasi aspetto della vita dei suoi cittadini, ma per il ministro degli Affari Europei; Paolo Savona, “il problema è che non abbiamo l’unione politica”. Da questa mancanza discendono quasi tutti i problemi della Ue. L’occasione per far il punto sulle prospettive di riforma dell’Unione Europea è stata, ieri, l’audizione di Savona davanti alle commissioni Esteri e Politiche Europee di Camera e Senato, nel corso della quale il ministro ha sottolineato come “il potenziamento del Parlamento europeo è un passo indispensabile per l’unione politica, per far sì che l’Ue sopravviva nel lungo periodo e che dietro la moneta nasca uno Stato”. Infatti gli errori di oggi, nascono da tale mancanza, emblematico per il titolare del dicastero degli Affari Europei, è il caso della politica degli investimenti.
Savona ha spiegato come: “Continua una certa trascuratezza in Europa intorno all’importanza degli investimenti nel meccanismo di funzionamento dell’Ue cosa invece prevista nel Trattato che usava la Banca Europea degli Investimenti come uno strumento parallelo alla Banca Mondiale”. Però su questo aspetto ci sarebbe qualche novità in arrivo, visto che, secondo il ministro, l’Europa ha iniziato a riflettere sull’opportunità di concentrare maggiormente i suoi sforzi sullo sviluppo, piuttosto che sulla stabilità monetaria e finanziaria.
In questo momento, a ridosso della celebrazione delle elezioni europee, però qualsiasi cambiamento dell’Unione è quasi impossibile, visto che Savona rileva come “non abbiamo gli interlocutori che ci garantiscono che il dialogo continuerà. Ma ci sono attori consapevoli che qualcosa va fatto, altrimenti la situazione può diventare critica”. L’altro punto centrale nella prospettiva di riforma dell’Europa è quello relativo alle norme in materia di tassazione, dove attualmente c’è uniformità solo sull’Iva.
“Per la politica fiscale – ha detto Savona – esiste la proposta francese di creare un Fondo per la lotta alla disoccupazione, unitamente al rafforzamento della funzione monetaria dell’Esm (European Stability Mechanism, meglio noto come Fondo Salva Stati, ndr). Ancora una volta la condizione del Piano Macron è che l’Europa rinunci in tutto, in parte o in forme adeguate, alla sovranità fiscale: tutto è collegato all’ulteriore cessione di sovranità all’Ue, che è la sostanza del messaggio sull’Ue fatto da Juncker a metà settembre”. Ultimo aspetto fatto notare da Savona è come il peso dell’Italia nelle trattative con l’Europa, specie alla luce del recente confronto sulla legge di Bilancio, è aumentato.