Sarri scivola ma non precipita. Il tecnico del Napoli rischia 2 o 3 giornate di squalifica. Nessuna discriminazione omofoba. Del resto se l’ha fatta franca Tavecchio…

di Marco Castoro

Non facciamo gli ipocriti: ciascuno di noi dice le parolacce. Il campionario è dei più svariati. C’è un repertorio che va dalla A alla V, dall’alimortacci al vaffa. Anche frocio e finocchio sono tra i più usati. Quindi ogni moralismo è fuori luogo. Di sicuro Sarri non doveva permettersi di apostrofare il collega Mancini con le frasi dette. Su questo non ci piove. E a caldo la reazione del tecnico dell’Inter è più che giustificata. Semmai c’è da interrogarsi sulla veemenza della reazione per l’offesa subita. Ammesso e non concesso che sia un’offesa, una discriminazione. È una parolaccia. Punto. Ma se Sarri gli avesse detto pezzo di m… o testa di ca…, o peggio ancora figlio di… , il Mancio avrebbe reagito allo stesso modo? Chissà. Speriamo che nessun altro tecnico o giocatore voglia metterlo alla prova. Mancini è sangue caliente. A Manchester finì a spintoni e manate con Balotelli dopo un allenamento. È polemico come pochi. Non si è mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno. Sarri è un brav’uomo, oltre a essere un bravo allenatore, certo deve controllarsi di più, anche perché sul termine frocio è recidivo. è accaduto anche con l’Empoli dopo un arbitraggio contestato («Il calcio è diventato uno sport per froci. È uno sport di contatto e in Italia si fischia molto con interpretazioni da omosessuali»).

LE SANZIONI
Ora il tecnico del Napoli è in attesa di conoscere la sanzione disciplinare. Ma sicuramente non può essere punito per discriminazione omofoba, ma solo per un’offesa generica, una parolaccia. Quindi dovrebbe cavarsela con 2-3 giornate di squalifica. Certo se Mihajlovic viene espulso per un calcio alla bottiglietta dell’acqua e Ventura per un pugno alla panchina, c’è sempre la possibilità che avvenga l’imponderabile. Tuttavia è difficilesi punire un tesserato quando è riuscito a farla franca il massimo esponente della federcalcio, Carlo Tavecchio, scivolato in più occasioni all’inizio del suo mandato. Dalle lesbiche del calcio femminile a frasi razziste e antisemite, condite con le banane. A proposito di banane, il gesto di Dani Alves, che si mangiò il frutto tirato con disprezzo dagli spalti, resta il migliore esempio contro cori e gesti razzisti.

PRECEDENTI
Oltre a Tavecchio il calcio è pieno di situazioni simili. Con parole e insulti che sono sconfinate in razzismo e sessismo. Il presidente della Samp, Massimo Ferrero diede del filippino al presidente dell’Inter, l’indonesiano Thohir. Cassano sugli omosessuali in nazionale (dopo le rivelazioni di Cecchi Paone) commentò così: «Io spero che di froci non ce ne siano e comunque sono problemi loro».