Le sanzioni sono un fiasco, però non sono indolori per la Russia. Possiamo dire che se Atene piange, Sparta non ride.
Oliviero Massi
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Gentile lettore, senza dubbio le sanzioni infliggono dolori a entrambe le parti, così come la guerra del Peloponneso fu persa da Atene ma Sparta ne ebbe tale rovina economica che non si riprese più. Tra le sofferenze della Russia e le nostre ci sono però forti differenze. La Russia piange perché aggredita dai 30-40 paesi più ricchi del mondo con sanzioni mai viste prima, mentre l’Europa piange perché s’è data la zappa sui piedi. La Russia resiste e ha un Pil in crescita, mentre Germania, Uk ed altri sono o saranno in recessione. In Russia l’inflazione è al 2,5%, nell’Ue è all’8%. Inoltre Mosca sta ristrutturando la sua economia e in 2-4 anni sarà una potenza industriale. Quindi la Russia si rinforza e l’Europa declina. E poi c’è un altro aspetto. Come dice Borrell, “il resto del mondo non la pensa come noi sulla guerra”. Infatti la Russia oggi è percepita in Africa, Asia e America latina come un Paese eroico che da solo tiene testa alla formidabile falange Usa, Canada, Australia, Uk, Giappone, Sud Corea e i 26 Paesi Ue. Julius Malema, un leader d’opposizione in Sud Africa, ha esternato così questo sentimento globale: “Siamo già alleati della Russia, ma se sarò eletto (alla presidenza, ndr), andrò oltre e le fornirò armi, perché è in guerra contro l’imperialismo”. In definitiva, le sanzioni non solo non hanno mandato Mosca in rovina, ma hanno scoperchiato la rivolta di tre quarti del mondo contro l’Occidente egemonico e hanno fatto della Russia un idolo globale.
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