È stata una giornata ricca di colpi di scena quella di ieri al Palazzo di Giustizia di Milano dove si celebrava la prima udienza del primo processo a carico di Daniela Santanchè. La ministra del Turismo era infatti chiamata a rispondere insieme con i suoi 16 coimputati – tra i quali il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro – dell’accusa di falso in bilancio, per le false comunicazioni sociali della società Visibilia Srl e per le carenze nel modello organizzativo.
Tutto da rifare
Tuttavia (primo colpo di scena) per la Corte la Procura deve “riformulare i capi d’imputazione” a carico degli imputati. In base alla nuova giurisprudenza infatti i pm dovranno suddividere le singole annualità e posizioni (chi ha fatto cosa) e indicare quale sia stato il deficit organizzativo di Visibilia srl in liquidazione.
Il collegio della seconda sezione penale del Tribunale, nel chiedere alla Procura di riformulare le incolpazioni, si è richiamata a una sentenza della Suprema Corte dell’anno scorso, in cui in caso di “genericità” o “indeterminatezza” del capo di imputazione è opportuno sollecitare il pubblico ministero, a cui vengono restituiti gli atti, ad effettuare integrazioni o precisazioni.
Bisogna evitare che il processo riparta da capo
E questo per una ragione di economia processuale, ossia per evitare una dichiarazione di nullità e il regresso del procedimento alla fase della chiusura delle indagini. Per il presidente Cernuto il capo di imputazione non è che non sia comprensibile (quindi non è lesivo del diritto di difesa) ma va reso “più chiaro. Sarà più noioso da leggere – ha detto – ma va riorganizzato”, specificando le accuse anno per anno e a chi si riferiscono. A ciò la corte ha aggiunto la richiesta di produrre i bilanci che sarebbero stati falsificati e di inserirli tra gli atti del dibattimento. Morale, nulla di fatto e ci si rivedrà in aula il 13 maggio.
Il nuovo fascicolo sull’accordo Santanché-Wip Finance
Ma la giornata di ieri è stata caratterizzata anche da un’altra notizia, ovvero che la Procura aprirà a breve un nuovo fascicolo dopo il deposito di un esposto da parte di Giuseppe Zeno, socio di minoranza di Visibilia Editore spa, sull’operazione di cessione quote da Athena, società di Santanchè, a Wip Finance, società svizzera sotto indagine amministrativa nel Paese elvetico. Operazione (definita “opaca”) non realizzata, al momento, e che avrebbe dovuto portare Wip a controllare la spa fondata dalla ministra.
Da quanto si è saputo, la Procura iscriverà il fascicolo a modello 45, ossia inizialmente senza ipotesi di reato né indagati – cosa più probabile nelle prime battute – oppure già con un’ipotesi di reato. Poi, inizierà ad effettuare gli accertamenti. Il finanziere di Torre del Greco, dai cui esposti erano nati i procedimenti che hanno portato la ministra del Turismo a processo, ha chiesto ora di “accertare anche tramite rogatoria” chi siano gli investitori che “si celano dietro la Wip Finance”, la “provenienza” dei 600mila euro già corrisposti e degli ulteriori fondi impegnati per arrivare alla cifra dell’accordo da 2,7 milioni di euro.
Zeno, con gli avvocati Antonio Piantadosi e Nicla Castelluccio, chiede anche di sapere “chi sono i soggetti, istituti di credito ed intermediari, coinvolti” nell’operazione finanziaria.
Quella villa donata al figlio Lorenzo ma pagata (in parte) da Visibilia
Infine il terzo colpo di scena: secondo il Fatto Quotidiano, Visibilia Srl avrebbe dovuto pagare parte delle migliorie della dimora di villeggiatura nella pineta della Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lucca), donata dalla Santanchè al figlio Lorenzo Mazzaro nel 2014.
Villa ristrutturata, secondo il giornale, con una lunga lista di abusi edilizi, che sono valsi una rivalutazione a quasi 4 milioni. In particolare la senatrice, secondo il quotidiano, avrebbe scaricato oltre 130mila euro sulla Srl poi fallita. “Non ho più visto un soldo, lei è sparita”. “Non siamo stati pagati. I lavori superavano i 250mila euro. Avevamo un accordo per cui una parte era ‘cambio merce’: Visibilia ci doveva fare pubblicità su ‘Ville e Giardini‘, ma una parte era da pagare. La signora invece è sparita: ‘Arrivederci’”, ha dichiarato Michele Mascio, il titolare di Square Garden Conservatories, che ha eseguito i lavori.
Secondo Mascio, “il cambio merce era fissato in 70mila euro, con un acconto sui 50mila euro che è stato pagato, ma poi non ho avuto né la pubblicità né i soldi. Faccia lei i conti. L’ultima fornitura è stata il gazebo esterno da 48mila euro. Mai visto un centesimo”.