“Santanchè deve lasciare, se rimane offende le istituzioni”: parla la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella

“Separare le carriere dei magistrati è anche un modo per evitare in futuro i casi simili a questo della Santanchè”: parla Zanella (Avs).

“Santanchè deve lasciare, se rimane offende le istituzioni”: parla la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella

La ministra del Turismo Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio dalla gup Anna Magelli per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia, una delle società del gruppo da lei fondato e dal quale ha dismesso le cariche. Quello che si aprirà a Milano è il primo processo che la ministra dovrà affrontare in qualità di imprenditrice. Con la ministra vanno a processo altri 16 imputati tra cui anche il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e Antonino Schemoz, amministratore del gruppo dall’agosto 2019 dopo la ministra e poi liquidatore delle società.

Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, dimissioni subito?
“Assolutamente. Non è immaginabile né tollerabile che Daniela Santanchè resti un minuto in più a ricoprire il suo incarico. Le istituzioni, per noi almeno, sono una cosa serissima e devono essere tenute lontano dai guai di chi le ricopre”.

La premier Giorgia Meloni non avrebbe dovuto già pretenderle?
“Noi le chiediamo con insistenza, anche ieri il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli è tornato a denunciare questo comportamento della diretta interessata ed anche di Giorgia Meloni che consente, almeno fino ad ora, una vera e propria offesa alle istituzioni. In fin dei conti dobbiamo rilevare che nel caso Sangiuliano le dimissioni sono state rassegnate molto più celermente”.

“Presenteremo una nuova mozione per le dimissioni immediate” del ministro Daniela Santanchè. Lo ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte. Voi come avete intenzione di muovervi?
“Ne discuteremo tra noi di AVS e poi con gli altri capigruppo dell’opposizione, mi pare ci siano le condizioni per una forte e determinata azione unitaria”.

Giovedì è arrivato il via libera della Camera alla separazione delle carriere. Si tratta del primo dei quattro passaggi parlamentari richiesti per l’ok al disegno di legge che modifica il titolo IV della Costituzione. Che ne pensa?
“Abbiamo fatto una dura battaglia, nel silenzio più assoluto di tutte e tutti gli esponenti della destra che non hanno letteralmente aperto bocca sia durante i lavori di Commissione che in Aula. Di fatto, sono esecutori di un ordine dall’alto. Ma la Costituzione non si può cambiare così, è l’anima del nostro Paese. Inoltre, il disegno della destra è presto detto: vogliono separare le carriere dei magistrati perché puntano a spezzare l’indipendenza del pubblico ministero. In pratica ad evitare in futuro i casi Santanchè…”.

L’Anm è pronta a mobilitarsi contro la riforma. Non è escluso lo sciopero. Crede che il governo Meloni nello scontro con le toghe abbia persino superato l’era Berlusconi?
“L’Amn fa bene a mettere in campo tutto il suo peso e la capacità di protesta: sta difendendo le prerogative di autonomia e indipendenza di un’istituzione fondamentale dello Stato, in sostanza stiamo parlando dei pilastri del nostro sistema democratico. Berlusconi ha tentato senza riuscire a manomettere la Costituzione, non è detto che i propositi di Meloni non abbiano lo stesso esito”.

Il Guardasigilli Carlo Nordio nega lo scudo penale per le forze dell’Ordine ma ha detto che da venticinque anni l’istituzione del registro degli indagati e dell’informazione di garanzia è un istituto fallito. Che ne pensa?
“Che stanno facendo di tutto per creare un apparato repressivo che metta a tacere il dissenso. Lo scudo penale rientra in questo piano autoritario contro cui noi lotteremo con tutte le nostre forze”.