Se la Sanità pubblica vorrà evitare il rischio di un default è necessario che il Governo metta mano al portafogli con una iniezione di fondi miliardaria tale da rimpinguare le casse delle Regioni, svuotate dagli esborsi sostenuti per fare fronte, prima all’emergenza Covid e poi ai rincari dei costi energetici. A indicare la strada per evitare guai è stato l’assessore alle Politiche per la Salute dell’Emilia-Romagna e coordinatore della commissione Salute delle Regioni, Raffaele Donini.
Ma invece di preoccuparsi di questo o delle liste infinite negli ospedali per poter fare una tac o una visita specialistica, l’esecutivo, con il sostegno di partiti compiacenti come Italia via, pensa bene di accelerare sulla Commissione d’inchiesta sul Covid. Nella notte di giovedì è arrivato il via libera al testo base per la nascita della Bicamerale da parte della commissione Affari Sociali della Camera. Il testo arriverà in Aula lunedì prossimo.
L’istituzione della Commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid “è un atto dovuto verso chi ha perso la vita, chi ha sofferto, chi ha lottato negli ospedali”, ha spiegato all’Ansa il presidente della Commissione Affari Sociali di Montecitorio, Ugo Cappellacci. Ma Cinque Stelle e Pd non ci stanno. La proposta di legge in questione “rappresenta già una sentenza di colpevolezza nei confronti di chi ha gestito in condizioni drammatiche l’emergenza pandemica”.
A sottolinearlo, durante l’esame in Commissione del provvedimento, è stato il deputato M5S Andrea Quartini che, nel contestare il provvedimento, attacca anche l’emendamento della relatrice Alice Buonguerrieri (FdI). Un emendamento che passa, ma che crea, secondo i pentastellati e il Pd, un grave vulnus visto che esclude da ogni ricognizione sul tema l’Istituto Superiore di Sanità.
La proposta di modifica, infatti, prevede che all’Osservatorio, che si vuole istituire per approfondire l’indagine della Bicamerale, non collabori più l’Istituto Superiore di Sanità. Molto critico con una Commissione che non potrà indagare su quanto fatto dalle Regioni in occasione della pandemia, nonostante tocchi a loro la competenza sulla sanità, è stato anche Gian Antonio Girelli del Pd che accusa la maggioranza di voler trasformare una Bicamerale d’inchiesta “in uno strumento di lotta politica”.
Pd e Cinque Stelle ribadiscono poi il carattere blindato del testo e puntano il dito contro la volontà della maggioranza di non prevedere alcuno spazio di dialogo con le opposizioni. “Una Commissione d’inchiesta dovrebbe rappresentare il terreno di un confronto comune per il raggiungimento di obiettivi condivisi”, osserva il deputato M5S e invece si ravvisa nella maggioranza “la volontà di prendere in considerazione solo una verità di parte, adottando un approccio che rasenta quello di un regime”.
Da qui, la decisione del gruppo 5S e di quello del Pd di non partecipare al voto finale. Girelli ha spiegato come gli esperti che sono stati auditi abbiano “confermato la necessità di procedere a un’analisi dell’operato di tutti i soggetti coinvolti nella gestione dell’emergenza, compreso il livello regionale”. Ma, su questo, la maggioranza non ha voluto sentire ragioni. E dell’operato delle Regioni non se ne parlerà.
“Questa è una Commissione di inchiesta politica, che serve per accertare le responsabilità politiche del governo sulla gestione della pandemia”, ha dichiarato Buonguerrieri. “Parole gravissime ma inequivocabili, che svelano definitivamente – semmai ce ne fosse ancora bisogno – il vero scopo della maggioranza: usare questa Commissione per fare un processo politico a Giuseppe Conte e al suo governo che fronteggiò a mani nude la pandemia”, ha commentato la pentastellata, Vittoria Baldino.