Il Centro unico di prenotazione (Cup), il sistema che permetterebbe di accorciare gli infiniti tempi d’attesa della sanità lombarda, mettendo insieme le agende di strutture pubbliche e private convenzionate, non piace ai centri accreditati, che contestano il progetto attraverso la loro associazione, l’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), e aprono un fronte con il ministro regionale del Welfare Guido Bertolaso.
Le cliniche attaccano l’assessore Bertolaso per lavorare di più. A rischio un investimento da 67 milioni di euro
In una nota l’Aiop Lombardia afferma che “gli erogatori privati accreditati intendono completare il processo di integrazione con il sistema di prenotazione regionale mettendo a disposizione tutte le agende, ma con una soluzione che integri i cup delle singole strutture con quello unico regionale e non una soluzione, come quella attualmente proposta, che costringerebbe le strutture a sostituire i propri cup e le proprie integrazioni con quello nuovo proposto dalla Regione. Soluzione che, tra l’altro, comporterebbe un aumento di costi significativo e renderebbe gli investimenti pubblici dello scorso anno, quasi 7 milioni di euro per l’integrazione, poco utili”.
Il Cup unico lombardo, che non sarà pienamente operativo fino a inizi 2027, come riferito da Bertolaso nel corso di un’audizione in Commissione bilancio, è stato pensato per riunire i centri di prenotazione di tutti gli ospedali, pubblici e privati (attualmente in Lombardia i privati erogano il 47% delle prestazioni ambulatoriali). Un progetto per il quale la Regione Lombardia ha messo sul piatti 67 milioni di euro e che sarà gestito dalla partecipata Aria. Il Cup unico raggrupperà le agende di 272 strutture, delle quali solo 32 pubbliche. Il 19 settembre scorso è stato pubblicato, con scadenza 31 ottobre, il bando di adesione a un Accordo quadro di Consip per un appalto che vale 28,1 milioni di euro per 48 mesi, che è il primo passaggio per la realizzazione del Cup unico.
Per l’anno prossimo è previsto l’ingresso di otto strutture pubbliche, le altre ventiquattro vi confluiranno tra il 2025 e il 2026, mentre non ci sono ancora date certe sui tempi di adesione dei privati, che, in caso di mancata adesione all’agenda unica, quando questa sarà pienamente operativa, potrebbero essere puniti con la misura della revoca dell’accreditamento da parte della Regione.
Il nuovo Centro unico di prenotazione dovrebbe sostituire quello già esistente e privilegiare gli ospedali pubblici
“Per favorire il percorso degli utenti siamo assolutamente convinti che l’integrazione sia la strada corretta ma questo obiettivo potrebbe essere perseguito con il miglioramento dell’attuale sistema”, prosegue la nota di Aiop Lombardia, che ricorda: “da una presentazione fatta proprio da Regione Lombardia sui numeri raggiunti dagli erogatori privati accreditati, relativi al livello di esposizione di agende, con il 78 per cento di tali agende prenotabili, emerge che l’integrazione attuale con il GP++ (rete di prenotazione regionale, ndr) è funzionante e quindi la direzione di migliorare l’attuale integrazione per coprire le aree rimanenti è sicuramente una strada a minor costo e più percorribile tecnicamente”. Per Aiop, infine, “gli erogatori accreditati dovrebbero comunque mantenere i sistemi utilizzati attualmente per via dei percorsi specifici configurati nelle agende e quindi, alla fine, utilizzerebbero due sistemi non integrati fra loro”.
Il braccio di ferro dei privati con la Regione potrebbe essere solo all’inizio. Bertolaso, a margine di una manifestazione al Pirellone per la promozione delle campagne di screening contro il tumore al seno, non ha usato giri di parole per rispondere all’Aiop: “Chi vuole lavorare non noi deve seguire quelle che sono le indicazioni che la struttura pubblica che ha la responsabilità delle guida sanitaria in questa regione, adotta. Chi non vuole lavorare con noi può benissimo lavorare da solo nel privato”.