di Monica Tagliapietra
Pochi Paesi in Europa stanno tagliando i costi della sanità come l’Italia. Secondo gli ultimi dati Eurostat, gli investimenti degli Stati destinati alla Salute ci collocano sotto la media comunitaria (15,95% delle entrate contro il 16,80%). Solo nel 2013 il fondo sanitario nazionale è stato ridotto di oltre 1,8 miliardi per effetto della Spending Review e della Legge di Stabilità. Segno inoppugnabile che la crisi taglierà le gambe all’assistenza e alla ricerca medica? Non per forza, ha spiegato un po’ a sorpresa Antonio Messina, presidente e amministratore delegato di Merck Serono, l’importante divisione biofarmaceutica della multinazionale del farmaco Merck.
Merck in prima linea
Intervenendo a Roma a un convegno con esperti nazionali e internazionali per pensare al futuro del sistema sanitario nazionale, dopo i saluti del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, Messina ha spiegato che innovazione e sostenibilità sono un binomio che può ancora convivere. Certo, la situazione nel notro Paese non è delle migliori. La Commissione europea punta infatti sulla ricerca di alta qualità come fattore di sviluppo, e in particolare annovera le biotecnologie tra le chiavi per aumentare la nostra competitività. In questo contesto, purtroppo, l’Italia sembra totalmente assente, ha ammesso il vice presidente delegato di Assobiotec, Riccardo Palmisano. Per cambiare passo servirebbe smettere di considerare il farmaco un costo e cominciare a considerarlo un valore per il Servizio sanitario nazionale. Strada impercorribile se qui si pensa solo a ridurre i costi, come si evince dall’evoluzione della spesa farmaceutica in controtendenza con l’Europa: Italia -5%, Europa +6%. Un fenomeno che ostacola l’ingresso sul mercato di farmaci innovativi, ha messo in guardia il vice presidente di Farmaindustria, Emilio Stefanelli.
Ricerca, una sfida globale
Le sfide per il settore farmaceutico non sono facili nel mondo. Serve più competitività sui prezzi, ha spiegato il direttore di Ricerca & Sviluppo dell’Accademia nazionale di Medicina, Nello Martini. Ma anche nuove politiche socio-sanitarie, come ha insistito il direttore del dipartimento di Sanità pubblica del policlinico Gemelli, Walter Ricciardi. Nel mondo però si guarda al sodo e Michael Drummond dell’Univerità di York ha spiegato che l’avanzamento tecnologico è uno dei componenti necessari per stabilire il rimborso del farmaco. Una lezione per l’Italia.