Il Servizio sanitario nazionale è in ginocchio. Tra cambiamenti climatici e inflazione, ma ancora di più a causa del conflitto in Ucraina e del Covid, la sanità italiana potrebbe essere messa a dura prova nei prossimi mesi.
Il rischio è di un aumento dell’onere sanitario dovuto alle ondate di calore, ma anche di un’inflazione che porta finanziamenti in aumento del 12% su base annua a fronte di una crescita del 3% dei fondi nel 2022. Questi dati sono emersi dall’analisi condotta dall’Università Cattolica (campus di Roma), che coordina la redazione del Report sul Sistema sanitario italiano per conto dell’European Observatory on Health Care Systems and Policies dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
L’analisi mette insieme diversi fattori, considerando l’impatto delle cosiddette 4C: clima, conflitto in Ucraina, Covid e costi/inflazione. Verrà presentata ufficialmente alla Commissione europea il prossimo 11 novembre a Dublino.
Sanità al collasso: l’impatto del clima e del Covid
Partiamo dal clima. Nell’estate 2022 le città italiane hanno registrato una temperatura di 2,5 gradi superiori alla media e solo nel mese di luglio si è registrato un aumento di quasi il 30% della mortalità tra gli anziani. Il maggior numero di decessi per le ondate di calore si è registrato proprio in Italia: 18.010 contro gli 11mila della Spagna e gli 8mila della Germania.
Anche il tasso di mortalità in base alle ondate di calore evidenzia il triste primato del’Italia, con 295 decessi ogni milione di abitanti: seguono Grecia (280), Spagna (237) e Portogallo (211), con una media europea di 114 morti per milione di abitanti.
Il secondo fattore analizzato è il Covid: al 31 dicembre 2022 l’Italia è il Paese in Ue con più decessi complessivi, ovvero 184.918. Ben 47mila nel 2022, quando anche i casi confermati (19 milioni) sono stati tra i più alti in Ue, inferiori soltanto a Germania e Francia.
L’impatto della pandemia ha avuto ripercussioni sull’evoluzione della spesa sanitaria a livello internazionale: i costi per i sistemi sanitari sono stati importanti, sia per la gestione che per il trattamento dei pazienti. In più le limitazioni imposte dai lockdown hanno provocato un netto calo del Pil.
I costi dell’inflazione sul sistema sanitario
L’ultimo capitolo è quello legato all’inflazione, che viene presentata come un rischio potenzialmente estremo. Nel 2023 il finanziamento del Ssn è aumentato di quattro miliardi, raggiungendo quota 128. Un incremento che sarebbe del 3%, con un’inflazione quasi al 12%. Il che vuol dire che la spesa in termini reali tornerebbe sotto il livello del 2019.
A questo si aggiunge anche la crisi in Ucraina: a giugno 2023 si stima che ci siano in Italia 183.685 cittadini ucraini, di cui più di 50mila minori. Difficile quantificare il loro impatto sul Sistema sanitario nazionale, ma non è da escludere qualche conseguenza legata alle loro condizioni fisiche e soprattutto psichiche, trattandosi di persone in fuga forzata dal loro Paese. Una serie di incognite che pesa sul futuro del Sistema sanitario nazionale.