Il caso sanità in Campania fa insorgere le opposizioni in Consiglio regionale. Ieri sono arrivate le ultime dichiarazioni del presidente Vincenzo De Luca: “avremo meno risorse rispetto agli anni precedenti”. E questo è inaccettabile, dice il consigliere regionale M5S Gennaro Saiello.
Cosa non funzione nella sanità campana?
“Il nostro sistema sanitario è estremamente fragile, con un’organizzazione frammentaria, che apre varchi enormi al privato. Il presidente De Luca ha messo le mani avanti, anticipando che ci aspettano mesi complicati e difficili dal punto di vista finanziario, ma questo è un modo sin troppo semplice per nascondere la sua incapacità gestionale. La battaglia sui fondi va fatta, ma il governatore si preoccupi di razionalizzare i finanziamenti investendo seriamente sulla sanità pubblica”.
I pronto soccorso sono stati al centro di proteste: i comitati chiedono la riapertura di quelli dei Policlinici. È una prima soluzione?
“Da tempo chiediamo che il Policlinico della Federico II abbia un suo pronto soccorso. Bisogna intervenire con soluzioni strutturali di ampio respiro che vadano a potenziare stabilmente la rete di assistenza territoriale. Mi riferisco in particolare alle Case e agli Ospedali di Comunità. A febbraio 2022 De Luca ha presentato il Piano di Sanità territoriale della Regione, con un investimento complessivo per queste finalità di 380 milioni euro: ad oggi non si hanno notizie: alla mia interrogazione in merito non ho ricevuto risposta”.
Il 118 e la sicurezza del personale sanitario: come intervenire?
“Innanzitutto tutelando settori come quello dell’emergenza-urgenza, intervenendo sulla sicurezza. Noi abbiamo approvato una legge a livello nazionale che rende procedibile d’ufficio tutte le aggressioni al personale sanitario ma dobbiamo necessariamente salvaguardare quei reparti più esposti”.
A proposito di carenza del personale: è d’accordo con De Luca sull’abolizione del numero chiuso alla facoltà di Medicina?
“De Luca si è accorto del problema del numero chiuso a medicina dopo otto anni al governo della Regione. Siamo d’accordo a formule differenti che favoriscano l’accesso alla facoltà, e il test attuale non è in grado di intercettare la reale vocazione a svolgere la professione di medico. Noi abbiamo evidenziato la necessità di cambiare le cose già anni fa e vediamo con favore il modello francese”.
Liste di attesa: avete denunciato anche la sproporzione dell’uso dell’intramoenia.
“Continuo a domandarmi dove si curi il governatore perché la realtà è diversa da come la racconta. I centri privati accreditati in Campania erogano prestazioni in regime di convenzione solo nei primi giorni di ogni mese. Nella regione il numero di prestazioni erogate nel canale pubblico è inferiore, per tutti gli esami e le visite monitorate, a quelle erogate in intramoenia, e questo vale presso tutte le Aziende ospedaliere. Solo per fare un esempio, al Cardarelli di Napoli sono state somministrate 1255 visite ortopediche in intramoenia e nel pubblico 112. È insostenibile”.