di Monica Tagliapietra
Anni di malasanità e scandali, tagli e sacrifici. Tutto all’ombra di una politica distratta quando non complice. Soprattutto nelle Regioni, dove si concentra la spesa e gli ospedali sono diventati centri di potere, di scambio e di clientele. Terreno dove l’alibi dei conti in rosso ha giustificato l’assenza di idee, di progetti concreti (non di annunci, che non mancano mai) e di attenzione ai problemi veri dei cittadini. Eppure di cose se ne possono fare. E il Lazio ieri ha iniziato a voltare pagina, con un accordo che diventa pilota in Italia e sposta alcuni servizi decisivi per i malati dagli ospedali a quella rete naturale della salute che sono le farmacie. Un colpo secco alle lunghe attese nei nosocomi solo per prenotare una visita o pagare il ticket. Senza parlare degli spostamenti, complicati e faticosi per le persone anziane. Un’innovazione che conta quanto la scelta di manager più capaci nelle Asl o l’introduzione dei costi standard sulla quale il ministero della Salute ha cominciato a muoversi.
Progetto pilota
A realizzare il cambio di passo è l’amministrazione di Nicola Zingaretti. La riforma prevede che entro il primo trimestre dell’anno prossimo sarà possibile prenotare una visita e pagare i ticket in tutte le farmacie private e pubbliche operanti nel Lazio. Ma non solo. L’innovazione rientra nell’accordo con Confservizi, Federfarma Roma e Lazio e Farmacap (l’azienda delle farmacie comunali della Capitale) che rinnova il contratto di distribuzione dei farmaci, con un protocollo che rafforza il ruolo delle farmacie come terminali distributivi di alcune tipologie di farmaci ad alto impatto per costo e diffusione. Farmaci necessari ai malati cronici (patologie cardiache, oncologiche, antipsicotici, per la cura del diabete, antivirali, ormoni della crescita, della fertilità e a supporto della chemioterapia). Questi farmaci verranno acquistati direttamente dalla centrale unica degli acquisti regionale, ottenendo sconti che vanno dal 50 al 70% del costo che pagherebbero le farmacie se li acquistassero per conto proprio. Un vantaggio per la spesa sanitaria generale, visto che poi questi maggiori costi sarebbero rimborsati dalla Regione stessa. Solo nel 2014 il risparmio stimato è di 13 milioni. Una goccia nel mare, ma pur sempre una goccia in meno nell’oceano della spesa sanitaria. Se accordi come questo sono comuni nelle regioni italiane, il Lazio è invece la prima realtà ad attivare la procedura informatizzata (in sigla Pt online) che consente il controllo in tempo reale delle prescrizioni e delle erogazioni di questi farmaci. Un sistema che permetterà anche un monitoraggio del processo e la verifica dell’appropriatezza sull’uso di ogni determinato farmaco rispetto alle patologie indicate.
Nuovi strumenti
Ma non è finita qui. Grazie alle nuove tecnologie e ai servizi della cooperativa sociale Salute e cura, già costituita da Federfarma Lazio, la rete delle farmacie potrebbe essere coinvolta, oltre che per i ticket, anche per l’Adi, l’assistenza domiciliare integrata. Una proposta lanciata dal presidente di Federfarma Roma e Lazio Franco Caprino e subito accolta da Zingaretti, che per migliorare la sanità regionale sta spingendo su una sinergia tra pubblico e privato molto diversa dal passato, quando i governatori svuotavano sistematicamente le casse della sanità pubblica per riempire il pozzo senza fondo dei signori della sanità privata. “Speriamo – ha detto Caprino – che si possa allargare questa rete di servizi con l’Adi come avviene in molti Paesi, in collaborazione con il medico, gli infermieri, e tutti gli altri operatori sanitari”. Una sanità del territorio a costi bassi per la collettività che è una bellissima suggestione – ha detto Zingaretti – sulla quale puntare per deospedalizzare il servizio sanitario regionale.