Sanità: il governo scontenta tutti. E intanto esplode la spesa a carico delle famiglie

Dai Lea al nuovo tariffario, fino alle liste d'attesa, la Sanità pubblica è la grande malate d'Italia. Intanto esplode la spesa delle famiglie per curarsi

Sanità: il governo scontenta tutti. E intanto esplode la spesa a carico delle famiglie

Anno nuovo, problemi vecchi. A partire dalla Sanità, la grande “dimenticata” dalla manovra Finanziaria del governo di Giorgia Meloni. E non a caso proprio alle disfunzioni della Sanità il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto dedicare un passaggio nel messaggio di fine anno: “Vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari”. E proprio sulle risorse dedicate alla sanità pubblica, sui nuove Lea, sulle nuove tariffe convenzionate e sulla spesa sanitaria delle famiglie, è incentrato lo scontro politico.

Cittadinanzattiva: “Le liste d’attesa sono una piaga scoperta”

Il presidente Mattarella “ha toccato uno dei temi che riguarda la vita quotidiana degli italiani, un nervo scoperto e un vero punto critico della Sanità pubblica in Italia: l’accesso al servizio sanitario”, commenta Francesca Moccia, vice segretario generale Cittadinanzattiva, “Dal nostro ultimo rapporto, una segnalazione su tre che ci arriva è di persone che non riescono ad avere le prestazioni sanitarie di cui avrebbero diritto e bisogno”.

“Interessante poi la chiave con la quale il presidente Mattarella ha messo in luce la contraddizione tra una scienza e una medicina che hanno fatto passi da gigante e poi la porta d’accesso alle cure è chiusa e i cittadini non riescono a fare un esame o una visita in tempi corretti”, continua Moccia, “Ci ha ricordato in qualche modo che negli articoli della Costituzione, 2 e 3, è ben evidente il messaggio per cui non si devono alimentare le disuguaglianze, ma contrastarle”.

Sul fronte della lotta alle liste d’attesa “stiamo dedicando massima attenzione” e “occorre uno sforzo maggiore anche da parte delle Regioni”, la risposta del ministro della Salute Orazio Schillaci in una nota.

Scontro aperto sul decreto tariffe

Intanto è scontro anche sul decreto tariffe “è chiaro il valzer delle incompetenze e dell’approssimazione”, attacca invece Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici dirigenti del Servizio sanitario nazionale Anaao-Assomed.

“Occorreva riformare i Lea? Sì. Sono sufficienti le risorse messe in campo? Probabilmente no, visto quello che sta accadendo – prosegue – Per come sono oggi organizzati i Lea, non sono del tutto economicamente sostenibili perché occorrono più risorse. Quelle stanziate manderebbero in difficoltà sia il pubblico che il privato convenzionato”. Quanto alle liste d’attesa, “se aumenti i costi delle prestazioni straordinarie senza avere il personale che le faccia, non trovi la soluzione, ma metti in difficoltà il sistema”, avverte Di Silverio.

I privati: “Occorre un’analisi condivisa dei costi, altrimenti il sistema collassa”

“Avviare analisi condivisa su costi delle prestazioni sanitarie”. È la richiesta recapitata oggi al governo dall’Associazione Italiana delle aziende sanitarie ospedaliere e territoriali e delle aziende socio-sanitarie residenziali e territoriali di diritto privato (Aiop), dopo la revoca da parte da parte del Tar del decreto che aveva sospeso il nuovo tariffario nazionale del Ssn, pur confermando l’udienza in camera di consiglio previsto per il 28 gennaio. Una prova di disgelo col governo che arriva proprio mentre lo stesso governo certifica l’esplosione della spesa sanitaria a carico delle famiglie italiane.

Sospensiva revocata per non mettere a rischio la salute degli italiani

Una revoca, quella decisa dal Tar, dovuta alla presa d’atto da parte del Tribunale amministrativo del Lazio “della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto” che avrebbero determinato “il blocco del sistema di prenotazione ed erogazione” dei servizi “con un impatto sulla salute dei pazienti”.

Aiop: “Il ministro ci convochi”

Tuttavia le polemiche e le distanze per il nuovo tariffario licenziato dal ministero della Salute rimangono. Per questo “auspichiamo che il Ministero della Salute utilizzi queste settimane per convocarci e avviare un’analisi condivisa sui costi reali delle prestazioni ambulatoriali”, ha scritto ieri il presidente Aiop, Gabriele Pelissero. Che ha anche ricordato come “il comparto privato già eroga oltre il 50% di questo tipo di prestazioni erogate dal Ssn”.

Tariffe sanitarie troppo basse

Per Pelissero “solo attraverso un confronto costruttivo sarà possibile evitare l’interruzione di un servizio essenziale, capace di rispondere efficacemente ai bisogni di salute dei cittadini”. Il tariffario approvato, chiarisce, “prevede una significativa riduzione di molte tariffe rispetto a quelle attualmente in vigore, rimaste invariate per oltre dieci anni. Tuttavia, considerando l’aumento dei costi causati, tra l’altro, dall’inflazione e dalla crisi energetica, una simile riduzione appare insostenibile. Sarebbe stato più opportuno adeguare le tariffe ai nuovi costi richiesti per l’erogazione delle prestazioni sanitarie”.

Intanto esplode la spesa sanitaria a carico delle famiglie

Secondo il monitoraggio della Ragioneria generale dello Stato, nel 2023 a causa delle lunghe liste d’attesa nel sistema sanitario pubblico, gli italiani hanno pagato di tasca proprio cure per oltre 43 miliardi, il 7% in più rispetto al 2023 e ben il 24% in più rispetto al 2019.

Lombardia e Sardegna “regine” della spesa a carico dei cittadini

E, in questa crescita vertiginosa spiccano la Lombardia (con aumenti del 9,5% sul 2023 e del 26% sul 2019) e la Sardegna (+9,1% e + 32%). Rispetto agli stessi anni, la spesa sanitaria delle regioni è aumentata solo del 2% (rispetto al 2023) e del 13,6% (rispetto al 2019)