Mentre la premier Giorgia Meloni continua a vantarsi di stanziamenti record per la sanità, che più volte questo giornale ha – numeri alla mano – dimostrato infondati, all’Aran c’è stata una nuova fumata nera.
“Impossibile proseguire la trattativa per il rinnovo del contratto per il comparto sanitario”, ha detto l’Aran dopo la riunione di ieri con l’obiettivo di aggiornare le organizzazioni sindacali sugli sviluppi successivi alla rottura della trattativa avvenuta il 14 gennaio.
Cgil, Uil e Nursing up n mollano sulle loro richieste
Le sigle sindacali contrarie alla firma del contratto (Cgil, Uil e Nursing Up) hanno mantenuto inalterate le loro richieste, sia in termini di maggiori risorse economiche sia su specifiche questioni normative.
Di fronte alla mancata apertura da parte delle organizzazioni sindacali, il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha preso atto dell’impossibilità di proseguire le trattative. Lo comunica l’Aran in una nota.
Riguardo all’aspetto economico, Naddeo ha riportato quanto emerso dall’incontro del 18 febbraio tra il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, e le rappresentanze del comparto delle Funzioni centrali: non sono previsti ulteriori stanziamenti per il rinnovo contrattuale 2022-2024.
Il Governo ha infatti confermato che le risorse complessivamente destinate al pubblico impiego per i due cicli contrattuali 2022-2024 e 2025-2027 ammontano a 20 miliardi di euro, di cui 3,7 miliardi riservati alla sanità. Questi fondi consentiranno un aumento medio in busta paga di 172 euro mensili per il triennio 2022-2024 e di 184 euro per il 2025-2027.
La Cisl accusa i sindacati che non hanno voluto firmare: siete politicizzati
“Non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno da chi, in una posizione del tutto minoritaria, invoca addirittura senza vergogna un atto unilaterale del Governo per l’erogazione degli aumenti contrattuali proposti, decretando di fatto la morte della contrattazione e del ruolo fondamentale del sindacato stesso. La verità è che oggi non è stata presentata alcuna novità per il personale del comparto della sanità pubblica, sia a livello economico che normativo. La Fp Cgil, la Uil-Fpl e il Nursing Up non sono disposte, oggi come a gennaio, a sottoscrivere una pre-intesa che non garantisce i lavoratori e le lavoratrici”, dichiarano i sindacati.
“La nostra posizione è scevra da qualsiasi pregiudizio politico e si fonda sul merito. Siamo stanchi della scusa della scarsità delle risorse pubbliche per giustificare la proposta di un contratto al ribasso”, replicano a chi come la Cisl li ha accusati di essere mossi da motivi politici.