Sanità, Fontana all’attacco dei “burocrati romani”

Mentre il presidente lombardo Attilio Fontana attacca il ministero, la Corte dei Conti bastona la Regione per i ritardi e le carenze.

Sanità, Fontana all’attacco dei “burocrati romani”

Continua la polemica a distanza tra il presidente lombardo Attilio Fontana e il ministro della Salute, Orazio Schillaci, dopo il declassamento al 7° posto in Italia – mal digerito dal governatore lumbard – della Lombardia nel monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) per il 2023. Un declassamento definito due giorni fa da Fontana “una puttanata”.

Per Fontana colpa dei “burocrati romani”

Per il governatore, il vero nemico non sarebbe il ritardo nella medicina di prossimità della regione più colpita dal Covid, ma sono “i burocrati romani del ministero”, rei di aver voluto affondare la Lombardia perché in prima fila nel rivendicare l’Autonomia differenziata nella Sanità. Fontana ha anche attaccato sui criteri utilizzati per l’analisi, sostenendo che fossero penalizzanti.

I numeri impietosi sulle case e ospedali di comunità certificati dalla Corte dei Conti

In realtà la Lombardia è stata declassata (sonoramente) perché in fortissimo ritardo su case e ospedali di comunità, come certificato dalla Corte dei Conti. Per i giudici, su 187 Case di Comunità e 60 Ospedali di Comunità previsti entro il 2026, ne “risultano attivi” solo “125 Case di Comunità e 20 Ospedali”.

“L’analisi della Corte evidenzia, tuttavia, una ridotta operatività per effetto della carenza di personale medico e di forti limitazioni sull’orario di apertura e sulla gamma di servizi previsti, oltre che per la contestuale sussistenza di cantieri per lavori di adeguamento”, aggiungono i giudici.

Infatti “49 delle 125 Case di Comunità attive offrono servizio per meno di 12 ore al giorno e meno di 6 giorni a settimana; 15 strutture sono state accreditate come “Spoke” (funzionanti per 12h invece di 24h, 6 giorni su 7 invece di 7 giorni su 7) non rispettando l’accordo col Ministero della Salute; 85 risultano sprovviste di medici di medicina generale e in 112 mancano i pediatri di libera scelta, un dato peggiore rispetto al precedente controllo di luglio 2023, nonostante l’incremento di strutture aperte”.

Mentre il presidente litigava andava in crash il software (regionale) dei medici di base

E ieri, proprio mentre Fontana difendeva “l’eccellenza lombarda”, molti medici di base lombardi registravano grossi disagi nel funzionamento del sistema informativo socio sanitario regionale dei medici lombardi (SISS), da cui dipendono le prescrizioni smaterializzate di farmaci e accertamenti diagnostici, i certificati di malattia e la consultazione del Fascicolo sanitario elettronico.

Dopo il crash del software creato e gestito dall’agenzia regionale Aria, molti pazienti (ammalati) sono stati invitati a “consegnare personalmente i certificati medici cartacei alla sede Inps più vicina a casa”. “Stiamo ricevendo segnalazioni di questo tipo da diverse province – ha spiegato all’Agi Roberto Carlo Rossi, il presidente dell’Ordine dei Medici della Lombardia -. Il problema è anche che noi medici stiamo affrontando il cambiamento del sistema per questo tipo di prescrizioni, ora basato sulla firma da remoto. Un nuovo sistema, a mio avviso, cervellotico. In questi giorni i problemi tecnici sono pesantissimi”. L’eccellenza lombarda…