Quando da bambini non si sapeva più come rispondere in un’acceso scontro verbale con un amico o un’amica si finiva sempre lì. “Specchio riflesso”, si diceva, talvolta accompagnandolo anche con un gesto delle mani che rimandavano al mittente le offese. Il ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, noto più per le brutte figure che per l’azione del suo ministero, annuncia in un’intervista a Il Foglio che sta scrivendo “un libro sugli errori dei giornalisti e dei politici. Si chiamerà ‘Le gaffe degli altri’”, spiega. “Raccolgo le inesattezze dei commentatori e degli avversari politici: così ci divertiremo”, aggiunge. Il ministro che nel giro di pochi mesi è riuscito a sbagliare su Galileo Galilei e Cristoforo Colombo, che ha collocato altrove Times Square, che ha inventato una militanza di destra di Dante Alighieri, decide di reagire così: “Specchio riflesso”.
“Sto raccogliendo tutti gli errori di giornalisti e politici per poi pubblicare un agile libretto”. Insomma, siamo alla puerile vendetta. Nelle parole del ministro si legge comunque un’invidiabile consapevolezza. Se il libello si intitolerà “Le gaffe degli altri” significa che Sangiuliano si riconosce comunque come appartenente alla lista dei gaffeur. Questo gli va riconosciuto. Tra gli altri talenti non si può tacere il gnegneismo di governo che a volte sfocia nel vittimismo, marchio doc della squadra di Giorgia Meloni. Al ministro non resta che fare un augurio: che il suo libro possa scalare le classifiche, essere presentato a Times Square (ma quella di Londra) e che infine meriti di arrivare alla finale di un prestigioso premio letterario. A quel punto troverà un ministro che gli dirà che gli è piaciuto pur ammettendo di non averlo letto.