Aria dimessa, sguardo basso, viso tirato, lacrime. È un Gennaro Sangiuliano versione “cane bastonato” quello che è apparso ieri sera al Tg1 del molto amico direttore Marco Chiocci. Un’intervista esclusiva concessa (o richiesta) per cercare di salvare una reputazione ormai in frantumi.
“Avevamo una relazione, anche per questo ho revocato l’incarico”, spiega “Genny”, confermando di aver mentito quando lui e il suo entourage parlavano di una nomina mai esistita. “Mai speso soldi pubblici”, ha aggiunto poi, mostrando le fotocopie del suo estratto conto (come un marito davanti al giudice durante una causa di divorzio), dal quale sarebbero partiti i bonifici per gli aerei e le trasferte dell’ormai acclarata amante. Ma soprattutto, ha sottolineato fermo: “Non sono ricattabile”.
Le dimissioni offerte e rifiutate
E confessa di aver offerto le sue dimissioni alla premier Giorgia Meloni, che le avrebbe rifiutate. Intanto lei, l’influencer che ha fatto più male al governo Meloni che tutta l’opposizione messa insieme, commentava live implacabile. “Iniziamo a dire bugie”, scriveva Maria Rosaria Boccia sulla sua temutissima pagina Instagram, “su questo terreno non sono ricattabile”. “Spero di non dover smentire ancora, un bugiardo recidivo in parlamento non sarebbe sicuramente gradito!”, aggiungeva.
Sangiuliano-Boccia, telenovelas infinita
Quella di ieri sera è stata l’ennesima grottesca puntata di una telenovelas che si dipana ormai senza soluzione di continuità. Da una parte un ministro morto che cammina, dall’altra l’amante col dente avvelenato. Che ribatte punto su punto. La Boccia aveva iniziato martedì notte e continuato ieri mattina a sgretolare l’ennesima dichiarazione del suo ex. Prima aveva pubblicato la nomina che secondo il ministro non sarebbe mai avvenuta.
Le mail galeotte
A testimoniarla la mail del 10 luglio ricevuta da uno dei funzionari del gabinetto del ministero: “Gentilissima dottoressa Boccia – si legge – dando seguito a quanto anticipato per le vie brevi poco fa, le allego i contatti miei e del mio collega per qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale consigliere del ministro per ‘I grandi eventi’”. In allegato anche la registrazione della telefonata tra Boccia e un funzionario ministeriale.
Arrivano direttamente dalla segreteria del ministro invece la due mail che Boccia mostra sui social. In una ci sono i biglietti aerei, con check in già fatto, nell’altra c’è il ‘timing’ per il 23 luglio per la ‘cerimonia di consegna chiavi della città di Pompei’.
Ieri mattina aveva invece pubblicato una storia indirizzata direttamente al ministro: “Te l’ho detto ieri pomeriggio al telefono e te lo ripeto stamattina: Sono pronta ad applaudirti se la smetti di storpiare la realtà per coprire gente che non merita i tuoi sani valori: lealtà, rispetto, responsabilità. P.s. Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e voglio bene”.
Il timore del peculato
Martedì durante il faccia a faccia con la presidente Meloni, spaventata soprattutto da un’eventuale accusa di peculato, il ministro aveva assicurato: “Ho pagato tutto io”. Una verità che l’agenzia Adnkronos (anch’essa molto vicina a FdI) ieri ha avvalorato, dopo aver visto le ricevute dei voli. “
Le spese sono state sostenute dal ministro (con la sua carta di credito personale), dagli enti organizzatori, e in un’occasione direttamente da un sindaco. Non solo: almeno in un caso Boccia ha pagato di tasca propria il conto della sua stanza d’albergo, contraddicendo, quindi, la sua stessa dichiarazione (‘’non ho mai pagato nulla’’)”, scrive l’agenzia.
A fare chiarezza, forse, ci penserà la procura di Roma, dopo l’esposto annunciato dall’Avs Angelo Bonelli: “Sangiuliano afferma di aver pagato tutto lui, ma fermo restando che questo è da verificare, l’uso improprio di mezzi e servizi dello Stato potrebbe configurare il reato di peculato. Il ministro ha commesso una grave leggerezza, ma non si assume la responsabilità delle sue azioni”, ha aggiunto.
Esplode il caso delle riprese pirata
E, mentre alcuni paesi che parteciperanno al prossimo G7 hanno chiesto delucidazioni su eventuali falle di sicurezza e si fa sempre più probabile il suo slittamento da Pompei, sempre ieri è scoppiato anche il caso delle riprese pirata effettuate dalla Boccia all’interno della camera, che sono vietate. Infine sullo sfondo rimane anche l’ombra sull’utilizzo privato dell’auto della scorta del ministro.
L’accusa e le scuse a Salvini
Per difendersi Sangiuliano aveva tirato in mezzo i suoi predecessori al ministero: “Cosa credete che facesse Salvini con la Isoardi? E poi con la Verdini, anche prima di stabilizzare la loro relazione? E Franceschini con la De Biase, prima che diventasse sua moglie?”, si era sfogato. Salvo poi dover correre a chiedere scusa al collega Salvini… Insomma, anche ieri una giornata di passione e umiliazioni per il capo (probabilmente a tempo) del Mic.