San Siro in vendita, Sala contestato da cittadini e comitati: “Lo stadio non è tuo, è nostro”

Fischi e slogan contro il sindaco per il piano di vendita di San Siro. Consiglieri e cittadini contestano a Sala la segretezza degli atti

San Siro in vendita, Sala contestato da cittadini e comitati: “Lo stadio non è tuo, è nostro”

Fischi e cartellini rossi per l’espulsione del sindaco Beppe Sala. E ancora, grida di disapprovazione e fischi. “San Siro non è vostro, venga ristrutturato”, “Vergogna”, gli slogan scanditi dai cittadini appartenenti ai vari comitati civici, ambientalisti e di quartiere, accorsi ieri in Consiglio Comunale per ascoltare il primo cittadino chiamato a illustrare la “vicenda” nuovo stadio di San Siro.

San Siro, un affare “privato” tra Sala e i club

Un intervento atteso da consiglieri comunali e dai milanesi da molti mesi, visto che Sala fino a oggi ha sempre gestito l’affare stadio in totale autonomia. Un affare “privato” tra lui e i fondi di investimento proprietari di Milan e Inter. Un intervento che avrebbe dovuto quindi diradare i molti dubbi su un’operazione che, se andrà a buon fine, con la cessione ai club del Meazza e delle appetitosissime aree limitrofe, dovrebbe portare nelle casse di palazzo Marino 197 milioni di euro.

Valgono più le aree che il vecchio Meazza

La stima (quella comunicata prima ai club e solo ieri al Consiglio comunale) arriva dalla Agenzia delle Entrate, la quale ha valutato lo stadio 73 milioni e le aree limitrofe (ed edificabili, se il piano venisse approvato) 124 milioni. E già la valutazione economica la dice lunga sulla natura dell’operazione…

Per Sala non c’è alternativa alla vendita

Tuttavia per il sindaco non ci sarebbero alternative alla cessione delle aree, con il conseguente abbattimento quasi totale del vecchio Meazza e la costruzione di un nuovo impianto ma, soprattutto, di centri commerciali e ricreativi.

La vendita entro l’estate

Dopo la cronistoria dell’intero iter a partire dal 2019, Sala ha infatti confermato quanto aveva già annunciato ai giornali: con gli uffici dell’amministrazione “stiamo ipotizzando un percorso che ci porti alla conclusione del procedimento di vendita entro l’estate del 2025. Concretamente questo significa che entro il primo trimestre 2025 deve arrivare (da Inter e Milan, ndr) l’offerta di acquisto da parte delle squadre corredata da un piano di fattibilità aggiornato e dalla relazione tecnica”.

Per Sala, la cessione sarebbe l’unica via, perché altrimenti Inter e Milan andranno via da Milano. Un’ipotesi che però non convince una fetta di consiglieri di maggioranza (e di cittadini, da qui i fischi). Se infatti il Pd, dopo l’irritazione dei giorni scorsi per essere stato completamente tagliato fuori dalle trattative, si è detto possibilista, la frangia più a sinistra della maggioranza resta nettamente contraria.

Maggioranza spaccata

Non è bastato, infatti, che Sala “aprisse” al Consiglio lasciandogli la scelta della destinazione (sociale) dei proventi della vendita. Alla fine, il consiglio ha votato un ordine del giorno che chiede di “destinare le risorse derivanti dall’eventuale vendita dello Stadio Meazza e della Grande Funzione Urbana San Siro a progetti di interesse pubblico”. Ma la maggioranza si è spaccata, con 7 consiglieri di maggioranza contrari o astenuti.

I conti non tornano. San Siro produce utili

Anche perché i conti non tornano. Come ha spiegato il consigliere Enrico Fedrighini San Siro è una piccola miniera d’oro: oltre ai 10 milioni annui di affitto pagati dai club, la società M-I Stadium srl, a cui i due fondi americani hanno affidato la gestione in concessione dal Comune di San Siro, nell’anno 2022/23 ha dichiarato incassi per 4,7 milioni con il “museo e tour”; 2,1 milioni grazie al bar dello stadio; 1,2 milioni dagli eventi corporate e 5,6 milioni grazie ai concerti. Totale: 13,5 milioni (soldi andati a Milan e Inter e non al Comune, nonostante sia proprietario dello stadio).

Ancora segreti tutti i documenti

Ma a destare più di una perplessità, anche il fatto che tutti i documenti dell’operazione sono tutt’ora segreti. O meglio, sono conosciuti solo da Sindaco, Milan e Inter. A partire dalla stima effettuata dall’Agenzia delle entrate, passando per il piano elaborato da Webuild di una possibile ristrutturazione dell’impianto (bocciato dai club), fino al Piano economico finanziario del nuovo San Siro.

A molti consiglieri, infatti, è apparso abbastanza incredibile che si debba vendere un “gioiello di famiglia” entro pochi mesi, senza avere il documento che certifica la sostenibilità dell’operazione, né i carichi ambientali che l’abbattimento del vecchio Meazza e l’edificazione di un nuovo stadio comporterebbe. Insomma, se Sala doveva fare chiarezza sull’intera operazione, hanno ragione i comitati, si è meritato solo un cartellino rosso.