Pur di non rischiare che Milan e Inter abbandonino San Siro in nome di (improbabili) impianti fuori città, Palazzo Marino è prontissimo a regale l’impianto ai due club (senza ricavarne un euro); a concedere loro le aree limitrofe (quelle che i fondi che controllano le sqaudre hanno sempre voluto); a benedire una ristrutturazione fatta da WeBuild (senza gara).
Pur di non rischiare che Milan e Inter abbandonino lo Stadio San Siro, Sala è pronto a regale l’impianto ai due club
È questo l’esito dell’incontro di ieri tra il sindaco Beppe Sala e i club sulla ristrutturazione del Meazza. Se infatti dovesse essere accettato il progetto di rifacimento che Webuild presenterà a giugno (il gigante delle costruzioni farà lo studio di fattibilità pro-bono, salvo poi aggiudicarsi i lavori), Milan e Inter “acconsentiranno” (bontà loro) a diventare proprietari di un bene pubblico di enorme valore come San Siro. Senza pagarlo un centesimo. È il piano di Sala, che ha ammesso candidamente: se il progetto andasse in porto, San Siro “diventerebbe in un modo o nell’altro uno stadio di proprietà”. E quel il piano è già pronto: “ci sono due formule possibili: o la cessione definitiva e immediata, o il diritto di superficie, con la proprietà che passa già definita alla fine, ma che gli permetterebbe di mettere lo stadio già nei libri delle squadre da subito”.
Milan e Inter avranno anche le aree Corbani: “Ma il Meazza non è suo”
Ma oltre alla proprietà dello stadio (servito su un piatto d’argento a zero costi) i club pretendono di più. Cosa? In pratica gli spazi esterni allo stadio, aree assai appetibili commercialmente, dove costruire un museo, ma soprattutto strutture commerciali e di intrattenimento. Con il beneplacito di Sala: “Le squadre sanno che sui biglietti non è un momento storico in cui aumentare i prezzi – ha detto -. I ricavi possono essere aumentati da due punti di vista: attraverso i posti vip, dove le aziende possono pagare servizi particolari a prezzi molto più alti. La seconda via è avere spazi dove i tifosi vip o non vip possono andare, nell’area dello stadio, prima e possono vivere l’esperienza su più ore, dal pranzo allo shopping, al museo”. È imprescindibile quindi secondo Sala “avere spazi ristorazione e servizi, spazi commerciali. Per loro è imprescindibile e credo sia normale”.
A chi gli ha chiesto se la società WeBuild ha confermato che i lavori si possono fare a lotti, il sindaco ha risposto: “Certamente, WeBuild ha espresso il bisogno di lavorare nei mesi tra maggio ed agosto, con intensità. Dico io che si può fare in un paio d’anni. Ma è chiaro che se si lavora in quei mesi estivi, su tre turni, cioè su 24 ore, mettendoci personale, macchinari, loro sono convinti di poterlo fare. Al netto delle analisi. Poi c’è tutta la parte esterna che è indipendente”.
Palazzo Marino intende cedere lo storico impianto a zero euro e affidare a WeBuild la ristrutturazione
Dal canto loro, le squadre hanno confermato che in pochissimi giorni passeranno dei documenti con le loro richieste. Tutto perfetto, quindi? Per niente. Le voci contrarie al “regalo” sono molteplici, a partire da quella dell’ex sindaco Luigi Corbani. Che si chiede: “Chi ha deciso di vendere San Siro? Il Sindaco, la Giunta o il Consiglio Comunale? Allo stato degli atti siamo ad annunci sui giornali (come al solito) da parte del Sindaco, che probabilmente imporrà alla sua maggioranza di seguirlo”. “Lo Stadio Meazza è un bene pubblico, (…) è di proprietà dei milanesi, non del Sindaco protempore, e questo, Sala, dovrebbe ogni tanto ricordarselo”, ha aggiunto. “Chi ha deciso che lo Stadio si vende ai fondi americano e cinese?
Perché adesso sono quelli che ce l’hanno in concessione? A parte che per l’alienazione di un bene pubblico, per di più con il vincolo di legge, ci vuole una gara”, ricorda Cobani, che conclude sottolineando anche il problema WeBuild, “una società che ha appena ricevuto un centinaio di milioni per cedere il suo pacchetto di minoranza nella MM4, e che ha un contenzioso con il Comune per riserve di cantiere sui lavori della metropolitana in ritardo di qualche anno. E perché a questa società? Perché lo fa “pro bono”? A parte che il Comune di Milano possiede una società di ingegneria, la MM a cui affidare un progetto su un bene pubblico come San Siro, i lavori di ristrutturazione di un bene comunale si fanno con una gara, non in “amicizia”. In questo caso ci sarebbe quindi una società che parte avvantaggiata nella gara, il che sarebbe illecito e porterebbe a un contenzioso infinito”. Tutti temi che non sembrano preoccupare Sala, Milan, Inter e WeBuild. Ma che invece stanno a cuore a migliaia di milanesi.