La svolta nel caso della morti di Saman Abbas: il padre intercettato ha confessato l’omicidio della figlia. Il corpo della ragazza di origini pakistane, scomparsa da Novellara il 30 aprile 2021, non è mai stato più ritrovato ma ormai gli inquirenti non hanno dubbi che la ragazza sia stata uccisa.
Saman Abbas, il padre intercettato
Saman Abbas è la ragazza pakistana scomparsa e uccisa a soli 18 anni perché si sarebbe ribellata a un matrimonio combinato. Il corpo non è mai stato più ritrovato e per il caso sono stati arrestati, nei mesi scorsi all’estero, tre familiari di Saman: lo zio Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Questi, insieme ai genitori che si trovano in Pakistan, saranno processati a Reggio Emilia il 10 febbraio 2023.
Gli inquirenti non hanno dubbi che la ragazza sia stata uccisa perché si rifiutava di sposare un cugino e poi la foto di lei che si baciava con il suo fidanzato tra le strada di Bologna ha fatto scattare la rabbia dei familiari. Al processo negli atti sarà utilizzata una telefonata che è stata intercettata al padre di Saman che dichiara: “Ho ucciso mia figlia per il mio onore”.
L’uomo confessa l’omicidio: “Ho ucciso mia figlia per il mio onore”
La telefonata intercettata risale all’8 giugno 2021, quindi poco più di un mese dopo la scomparsa di Saman: “Per me la dignità degli altri non è più importante della mia (…) – diceva il padre Shabbar al parente nella telefonata intercettata – Io ho lasciato mio figlio in Italia (il fratello minorenne di Saman ora affidato a una comunità protetta, ndr). Ho ucciso mia figlia e sono venuto, non me ne frega nulla di nessuno“.
Lo stesso familiare, sentito dai carabinieri il 25 giugno di quell’anno, ha riferito che il padre di Saman lo aveva chiamato per intimargli di non parlare di lui. “Io sono già rovinato – le parole di Abbas nel racconto del parente – avete parlato di me in giro, non lascerò in pace la vostra famiglia”.
E ancora: “Io sono già morto, l’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l’abbiamo uccisa“, senza fare nomi specifici, ma intendendo con ‘noi’, ha spiegato sempre il parente ai carabinieri, il contesto familiare.