E’ fissata per domani alle 14 la riunione del Copasir, il Comitato per la sicurezza della Repubblica che svolge l’attività di controllo sull’intelligence, con all’ordine del giorno l’elezione del nuovo presidente, carica rimasta vacante dopo la nomina di Lorenzo Guerini a ministro della Difesa. L’organismo tornerà quindi a funzionare dopo una pausa forzata di un mese e l’ufficio di presidenza sarà immediatamente chiamato a decidere il calendario dei lavori: sul tavolo ci sono già le richieste di audizione del premier Giuseppe Conte e dei vertici dei servizi sul caso Russiagate in relazione agli incontri avuti dagli stessi a Roma con il ministro della Giustizia Usa William Barr. Una bufera politica alimentata soprattutto dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e da quello della Lega, Matteo Salvini.
Ma il caso Conte/Barr non è l’unico “scottante”, lo stesso Renzi è accusato di aver partecipato a un complotto internazionale ordito da Barack Obama contro Donald Trump, tirato in ballo dal controverso George Papadopoulos, personaggio chiave del Russiagate per il suo ruolo nel comitato consultivo per la politica estera nella campagna elettorale di Trump alle presidenziali del 2016, già condannato e detenuto nel 2017 per aver reso all’Fbi dichiarazioni false. Accuse che l’ex premier italiano ha prontamente rimandato al mittente annunciando querela. Ancora più delicata la posizione di Salvini, al centro anch’egli di una vicenda dai contorni poco chiari che ancora una volta ha che fare con Mosca, l’inchiesta della Procura di Milano su Gianluca Savoini e i presunti fondi russi alla Lega.
Appare evidente come quella del Copasir sia dunque una poltrona ambitissima. La prassi è che vada all’opposizione e il Carroccio, sull’onda dell’ottimo risultato elettorale raggiunto alle scorse elezioni Europee e della golden share esercitata dal suo leader sulla ricompattata coalizione di centrodestra, rivendica la poltrona per Raffaele Volpi, sottosegretario alla Difesa del precedente esecutivo, parlamentare di lungo corso, nonché uno dei suoi uomini più fidati – Matteo Salvini, appena eletto segretario federale, affidò a lui nel 2014 l’arduo compito di “scandagliare i fondali” delle regioni meridionali alla ricerca di un consenso politico-elettorale in grado di trasformare il partito secessionista prima e federalista poi del Nord in un partito nazionale e sovranista -.
Di Copasir e di elezioni regionali si è parlato nel vertice di domenica fra i leader del centrodestra (vedi pezzo a pagina 4) ma la strada è tutt’altro che in discesa per la Lega, che dovrà scontrarsi con le ambizioni di Fratelli d’Italia che spinge fortemente per Adolfo Urso (nella foto), vicepresidente del partito e attuale vicepresidente del Copasir stesso. Giorgia Meloni non intendere mollare di un millimetro nei confronti dell’alleato leghista anche perché, nel caso di un mancato accordo fra i due, a spuntarla in Commissione grazie ai voti della maggioranza sarebbe sicuramente il suo candidato.