Rimbalza come una palla da un talk show all’altro. Matteo Salvini non sta nella pelle. Ed ha le sue buone ragioni. Il via libera del Senato al decreto Sicurezza, con dentro il giro di vite sull’immigrazione, porta verso la linea del traguardo (manca la seconda lettura della Camera: il testo è stato calendarizzato per il prossimo 22 novembre a Montecitorio) uno degli storici cavalli di battaglia della Lega. E poco importa se la fiducia votata a Palazzo Madama ha aperto un nuovo fronte con il Movimento 5 Stelle sulla riforma della prescrizione che l’alleato di Governo vorrebbe portare a casa con altrettanta celerità. “Troveremo un accordo con Di Maio e Conte, lo abbiamo fatto altre volte. Alla faccia degli uccelli del malaugurio”, taglia corto il leader del Carroccio.
VITTORIA TOTALE – Resta da capire su cosa verterà l’accordo, vista la distanza abissale delle posizioni sul tavolo. “L’obiettivo è avere processi più veloci. Senza fine sono un regalo a delinquenti ed una condanna per innocenti. La Prescrizione da sola non picchia i corrotti va inserita in una riforma della giustizia complessiva”, ribadisce il ministro dell’Interno. Insomma, un’apertura ma anche dei paletti precisi rispetto alla proposta su cui tanto insiste ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Si vedrà. Probabilmente già oggi in un faccia a faccia con il capo politico Movimento cinque stelle, Luigi Di Maio. Per adesso il vice premier della Lega si gode – e a giusta ragione – la “giornata storica”, come l’ha definita sul suo profilo Twitter.
DUREREMO CINQUE ANNI – Non è un caso che il leader del Carroccio ha subito colto la palla al balzo per mostrare ottimismo per il futuro e sulla tenuta della maggioranza gialloverde: “Si rassegnino gli sciacalli, questo Governo andrà avanti a lavorare per cinque anni”, assicura. “Non c’è nessuna tentazione di andare ad elezioni anticipate. Non guardo i sondaggi, non mi interessano”. Poi elogia il testo appena licenziato dal Senato: “E’ un provvedimento che porta più sicurezza, risparmio, soldi alle forze dell’ordine, più poteri ai sindaci, più telecamere, la pistola elettrica alla polizia locale, quindi sicuramente passerà alla Camera”.
Ma non è tutto. Questo decreto “sarà un primo passo”, assicura. “Io sto girando come un matto i Paesi di mezzo mondo per accordi su rimpatri ed espulsioni che, chi c’era prima di me, si è scordato di fare”, prosegue, lanciando una critica velata anche a Marco Minniti. E poco importa se “da sinistra mi dicono che è un decreto delinquenziale, razzista, fascista e quasi nazista, si mettessero d’accordo tra loro le opposizioni”. Salvini la pensa in modo diametralmente opposto: “E’ un decreto serio, di buonsenso e sulle occupazioni abusive ci sarà finalmente più libertà di manovra per sindaci e prefetti – argomenta -. Poi, capisco chi poteva fare queste cose avendo governato per 2, 3, 5, 6 o 7 anni e non le ha fatte, che si vede arrivare il primo Salvini di turno che in cinque mesi le porta a casa”. E nn finisce qui. Con il decreto sicurezza “sono stati introdotti tempi certi” pure per gli sgomberi. “Non si potrà superare l’anno, a differenza di quanto avviene adesso, e ci saranno indennizzi rapidi e diretti ai proprietari – scandisce il vice premier -. Indennizzi che scatteranno anche senza la necessità di rivolgersi al giudice”.
NOTA DOLENTE – Peccato per i dissidenti del Movimento cinque stelle che non hanno votato il decreto. “E’ la democrazia, se hanno cambiato idea rispetto a quello che c’è nel contratto…”. Un contratto che, però, contempla anche la riforma della prescrizione. “Una soluzione si troverà”, ribadisce. Ma nell’ambito di “una riforma complessiva del processo penale”.