Lui proclama soddisfazione e ostenta sicurezza. Ma c’è ben poco, dalle parti di via Bellerio, di cui essere soddisfatti e per cui essere sicuri… Infatti è un Matteo Salvini rancoroso quello che stamattina si è presentato davanti alle telecamere a Milano, per convincere (e convincersi) che, tutto sommato, le europee per lui sono andate bene.
“Avevo auspicato un voto in più delle politiche di due anni fa e così è stato”, ha sottolineato il Capitano con poco esercito. In effetti, nell’ultima consultazione nazionale, la Lega aveva preso l’8,9%, ora è al 9,05%. Se non hai altro da festeggiare, gioisci anche per uno 0,21%…
Peccato che a conti fatti, in termini di voti assoluti, ne abbia persi circa 400mila dalle ultime politiche. E fa niente se solo una manciata di ore prima aveva dato per sicuro lo sfondamento del 10% e che Forza Italia sarebbe stata dietro di lui…
I dati orribili della Lega di Salvini
In realtà i dati orribili ci sono: per esempio nella Milano, culla della Lega Lombarda, il Carroccio si è trascinato faticosamente al sesto posto con il 6,145% dei voti, superata da Pd, Fdi, Avs, Fi, ma anche da due partiti che hanno mancato il quorum come Azione (6,46%) e Stati Uniti d’Europa (6,37). Un’affermazione che di fatto taglia fuori la Lega dalla candidatura per il dopo-Sala.
L’emorragia senza fine in Veneto
E ancora peggio è andata in Veneto, dove la Lega ha sì scongiurato il sorpasso di Forza Italia, ma resta relegata a terzo partito, scendendo ulteriormente al 13,16% rispetto al 14,5% delle politiche, con quello stratosferico 49,88% avuto alle Europee del 2019 che resta un felice e lontano ricordo di gioventù. E, come se non bastasse, Fratelli d’Italia vola e mette una seria ipoteca sul candidato alla presidenza della regione, con buona pace di Luca Zaia, il quale a breve avrà tutto il tempo del mondo per “concentrarsi” sul partito (e eventualmente scalarlo). Persino a Pontida il candidato sindaco leghista ha perso…
L’effetto Vannacci che non traina
E poi c’è Roberto Vannacci, che, pur essendo il primo votato della Lega ovunque sia stato candidato (cioè in tutte le circoscrizioni), non traina le liste. D’altra parte, senza l’innesto della variabile Vannacci – il meno leghista dei candidati leghisti -, il risultato per Salvini da brutto sarebbe stato disastroso…
Ed è lo stesso Matteo ad ammetterlo implicitamente: “Vannacci è stato contestato, vituperato da mezzo mondo e da solo ha superato mezzo milione di preferenze con un record al Nord Ovest e al Nord Est”, ha detto dal palchetto di via Bellerio. “Quando ho candidato Vannacci dicevano che ero un fesso e che la base si sarebbe rivoltata – ha aggiunto -. Ma questo mezzo milione di voti, che arrivano in buona parte da Lombardia e Veneto, arriva dall’elettorato della Lega e non solo. Io gli ho dato la mia preferenza, ha una visione del mondo in buona parte vicina alla mia”.
E a chi gli ha chiesto delle perplessità espresse da alcuni dirigenti del suo partito sulla corsa del generale, a risposto a muso duro: “Sono sicuro che Zaia e Giorgetti hanno votato Lega. È un problema chi ha detto che non ha votato Lega. Uno le preferenze può darle a chi vuole, ma se cambia partito non mi sembra una cosa normalissima”.
L’attacco di Salvini al traditore Bossi
Il riferimento è al “traditore” Umberto Bossi, il capro espiatorio perfetto al quale dare la colpa della debacle: “Io sono abituato a confrontarmi con gli avversari esterni, dover fare i conti con chi all’interno rema contro è complicato”, ha aggiunto l’ex re del Papeete, “Io sono abituato a vincere o perdere in squadra, non a tradire chi mi è di fianco. Non mi piacciono i fuggiaschi e coloro che tradiscono. Non è giusto che chi è iscritto a un partito, a urne aperte, dica che vota per un altro partito. In nessun altro partito italiano avviene qualcosa del genere. Io devo rendere conto a decine di migliaia di sostenitori, militanti e iscritti che non meritano questo. Valuteranno i militanti”. Linguaggio molto poco leghista, ma molto vannacciano, appunto…