Le elezioni europee di giugno saranno un crocevia fondamentale per il futuro politico di Matteo Salvini e della Lega. Il leader del Carroccio ha puntato tutto sul generale Roberto Vannacci, imponendolo come candidato in tutte le circoscrizioni.
Quella di Salvini è una scommessa anche per la sua sopravvivenza, come spiega Ilvo Diamanti su Repubblica: il segretario sta continuando a snaturare la Lega, oggi completamente diversa da quella delle origini, con il rischio di perdere il legame con i territori.
Oggi, però, i fasti del 17% delle politiche 2018 e, ancor di più, del 34% delle europee del 2019 sono lontanissimi. Il crollo è stato inesorabile, fino all’8,8% delle politiche del 2022 e con i sondaggi che oggi la danno scavalcata anche da Forza Italia. Inoltre il Carroccio ha perso la sua predominanza al Nord, dove ha subito l’avanzata di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.
Sondaggi negativi per la Lega, Salvini si gioca tutto alle europee
Oggi, secondo i sondaggi Demos, la Lega è intorno all’8,5%, con un netto calo della fiducia verso Salvini. E neanche Vannacci sembra piacere più di tanto, risultando essere il meno stimato tra i big del partito: sia tra tutti gli elettori italiani che tra quelli solamente del Carroccio.
La scelta di Salvini, quindi, sembra non pagare: invece di evitare il declino della Lega, rischia di accelerare quello suo personale. Tanto che oggi gli elettori italiani gli preferiscono Luca Zaia. Ma non quelli del suo partito, nel quale il vicepresidente del Consiglio gode ancora di un alto consenso.
Sei elettori leghisti su dieci (esattamente il 60%) pensano che non ci sia alternativa a Salvini oggi. Neanche in caso di risultato deludente alle europee. Ma in quel caso il 28% ritiene che il leader dovrebbe lasciare. A questi si aggiunge un 9% secondo cui Salvini dovrebbe dimettersi subito da segretario.
Alle europee, quindi, la Lega si gioca molto più di qualche seggio a Bruxelles: se diventa il partito di Salvini e Vannacci rischia di perdere e il suo legame con il territorio. La sfida, quindi, è molto più ampia: se questa Lega dovesse fallire, un’altra – diversa da quella attuale – potrebbe emergere.