Salvini riparte con la corte agli evasori ma è gelo da Fratelli d’Italia sulla rottamazione

Il vicepremierSalvini, in bilico nella Lega, rilancia la pace fiscale. Ma FdI lo gela: "Non ci sono le coperture". M5s: "Governo allo sbando"

Salvini riparte con la corte agli evasori ma è gelo da Fratelli d’Italia sulla rottamazione

Un Consiglio Federale urgente convocato per domani per affrontare “l’emergenza nazionale”. È quello annunciato ieri dal vicepremier Matteo Salvini, poco prima di imbarcarsi per Israele. Ma l’emergenza nazionale non riguarda la polveriera mediorientale. E nemmeno i dazi di Donald Trump, che anzi “possono essere un’occasione, uno stimolo per l’Europa. Per fare finalmente l’interesse delle aziende e dei lavoratori europei”. No, l’emergenza per il vice-premier è la rottamazione delle cartelle e la pace fiscale

“Milioni di italiani con la cartella esattoriale sul comodino…”

“A proposito di fisco, una cosa che sto seguendo personalmente e che anche oggi prima di partire per Israele seguirò è il tema della rottamazione delle cartelle esattoriali”, ha solennemente annunciato ieri Salvini, visitando il cantiere olimpico di Milano, “Ci sono milioni di italiani che stamattina sono usciti di casa con una cartella esattoriale sul comodino, vorrebbero pagarla ma non sono in condizione di pagarla. Avere una pace fiscale che preveda 120 rate in 10 anni, togliendo le sanzioni, le more e gli interessi, permetterebbe a questi milioni di italiani di pagare, allo Stato di incassare e a tanta gente di tornare a lavorare senza dover lavorare in nero. Quindi, per me la priorità di questo 2025, per la Lega e per tutti i ministri della Lega a partire dal ministro Giorgetti è la rottamazione di questi milioni di cartelli esattoriali”.

Salvini, assediato, cerca i voti degli evasori fiscali

E sono in molti a sottolineare come l’unica – reale  – emergenza per Salvini sia quella di salvare la sua poltrona ai vertici della Lega, sempre più barcollante. Il ministro infatti ha numerosi nemici, sia interni, come la Liga Veneta, per la questione del terzo mandato di Luca Zaia; sia esterni, visto che è ai ferri corti in Lombardia con Forza Italia, dopo la mozione per l’uscita dall’Oms, parte della virata antieuropeista e filotrumpiana.

Ormai con Fratelli d’Italia è scontro aperto

E poi c’è lo scontro sempre meno nascosto con Giorgia Meloni, deflagrato dopo la diffusione delle chat nelle quali veniva definito – tra le altre cose – un “bimbominkia”, alla quale aveva risposto venerdì derubricando lo scandalo Paragon a una faida nei servizi segreti, notoriamente controllati dal braccio destro di Meloni, Alfredo Mantovano. Insomma un ministro che annaspa e che cerca di uscire dall’angolo. Puntando sul consenso degli evasori fiscali.

Le risposte al veleno di Fratelli d’Italia

E proprio al capitolo “guerra con FdI” che si deve ascrivere la risposta del vice-ministro dell’Economia ed esponente di FdI, Maurizio Leo, alla proposta della rottamazione (lo stesso Leo che Salvini venerdì scorso aveva chiamato in causa per il flop del concordato preventivo). “Se si trovano le risorse, d’accordo col ministro (Giorgetti, ndr), va bene. C’è solo un problema di risorse”, ha sibilato Leo, per il quale però c’è un problema di coperture.

Ancora più esplicito Marco Osnato, responsabile economico di FdI: “Poiché pare che la rottamazione costi svariati miliardi di euro, non credo sia più un problema esclusivamente fiscale ovvero del vice-ministro Leo, quindi, evidentemente, a questo punto è il ministro dell’Economia Giorgetti che dovrebbe spiegarci come si può coprire il costo di questa rottamazione”.

M5s: “Volano gli stracci e il governo brancola nel buio”

“È un Governo che sul Fisco brancola nel buio, disattendendo tutte le promesse elettorali di semplificazione, riduzione delle tasse e di un nuovo rapporto collaborativo con l’Agenzia delle entrate”, commenta il senatore M5s Mario Turco, “Salvini vuole la rottamazione quinquies, perché è fallito il concordato preventivo voluto da Fdi; Fdi vuole solo riaprire la rottamazione quater che è andata ‘talmente bene’ da aver visto ben 600.000 contribuenti che non hanno completato tutti i pagamenti; Forza Italia, arrabbiata per il fallimento del concordato preventivo voluto da Fdi, insiste sul taglio dell’Irpef sul ceto medio, che però doveva essere finanziato proprio dal fallimentare concordato”, aggiunge.

“Ci chiediamo come si possano portare avanti misure così incoerenti e disorganiche. Senza una politica fiscale che sostiene gli investimenti e la crescita si finisce esattamente dove è finto oggi il centrodestra, ovvero non poter andare oltre una vuota promessa di riduzione delle tasse che oggi è un’autentica chimera. Non si può vendere al Paese il solito fumo di chissà quale riforma fiscale quando non si riesce ad andare oltre concordati, condoni e rottamazioni, con queste ultime utilizzate nelle edizioni successive solo per rifinanziare i fallimenti delle precedenti”, conclude Turco.