Dal braccio di ferro con le ong che favorirebbero l’immigrazione clandestina, alle più recenti sparate secondo cui la Germania pagherebbe i volontari che salvano vite in mare al fine di portarli in Italia e lavarsene le mani. E ancora le frasi secondo cui la recente ondata di arrivi dalla Tunisia costituiscono un “atto di guerra” all’Italia, la proposta di mettere in campo la marina militare per fermare gli sbarchi e, in ultimo, le dichiarazioni sul fatto che l’Italia è l’unico Paese in Europa che vive “un’immigrazione di queste dimensioni”.
Sembra proprio che recentemente Matteo Salvini sia in grande spolvero e stia tornando a cavalcare il tema degli approdi di disperati dal nord Africa per cercare di trovare consensi elettorali in vista delle prossime elezioni europee, anche – e soprattutto – a scapito dei suoi stessi alleati di governo che sono costretti a fare buon viso a cattivo gioco per non palesare divisioni che, qualora dovessero esplodere definitivamente, rischierebbero di mettere in discussione perfino la tenuta della maggioranza.
Il leader della Lega Salvini mette nel mirino la premier Meloni. E lei promette tolleranza zero sugli sbarchi di migranti
La più recente delle sparate del Capitano è senza dubbio quella pronunciata il 13 settembre scorso quando ha riferito che gli sbarchi di questi giorni sono una dichiarazione di guerra e che nessuno in Europa sta fronteggiando numeri paragonabili a quelli dell’Italia. La prima affermazione è senza dubbio la più forte nei modi e sembra indirizzata esclusivamente all’elettorato di destra, con il preciso intento di consolidare la sua figura di leader duro e puro.
Eppure se la si analizza nel dettaglio, appare evidente che il vero bersaglio sia soprattutto la politica sui migranti portata avanti dal governo di Giorgia Meloni. Del resto soltanto 24 ore prima il vice segretario del Carroccio Andrea Crippa, intervistato da Affaritaliani, a precisa domanda per sapere se la strategia adottata dalla presidente del Consiglio per risolvere il problema stesse funzionando, aveva detto: “A occhio no”. Secondo il deputato leghista: “Bisogna tornare a fare ciò che faceva Salvini quando era ministro dell’Interno. Lui ha dimostrato che i problemi si possono risolvere con atteggiamenti più rigidi. Non parlo solo del ripristino dei Decreti Salvini del 2018 ma anche di un atteggiamento che deve essere più deciso”.
L’esatto opposto di quanto sta facendo, secondo Crippa, la premier: “Meloni ci ha provato, giustamente, con la via diplomatica a risolvere il problema. Ma l’Europa non ci sta aiutando per niente”. E Salvini quando parla di “atto di guerra”, in relazione alla marea umana proveniente da Tunisi, sta proprio colpendo al cuore la strategia della Meloni che con il governo di Kais Taied, presidente della Tunisia, ha firmato un memorandum che avrebbe dovuto arginare gli sbarchi ma che, dati alla mano, non ci è minimamente riuscito. In serata arriva la replica della premier. Una missione navale Ue per bloccare le partenze, misure straordinarie lunedì in Consiglio dei ministri e una certezza: la pressione migratoria che subisce l’Italia “è insostenibile”.
Meloni passa così al contrattacco e, in un video, parla all’Europa ma anche “agli italiani”, ai quali assicura: sulle politiche migratorie “non ho cambiato idea”: “Lavoriamo ogni giorno per mantenere l’impegno che abbiamo sottoscritto con voi e lavoriamo in ogni ambito compreso quello di ripristino della legalità e del contrasto all’immigrazione illegale”.
Non meno importante – e controversa – è la frase con cui il leader della Lega ha sostenuto che l’Italia è l’unico Paese Ue che sta fronteggiando “un’immigrazione di queste dimensioni”. Si tratta di un’affermazione che rientra nel gioco di Salvini per cavalcare l’onda emotiva dell’elettorato di destra ma che si fonda su una serie di inesattezze. Infatti, come dimostrato da Pagellapolitica analizzando i dati Eurostat, “tra gennaio e luglio 2023 la Germania ha ricevuto oltre 187 mila richieste d’asilo.
Al secondo posto c’è la Spagna con quasi 99 mila e al terzo posto la Francia con più di 93 mila. L’Italia, i cui dati più aggiornati arrivano fino a giugno, ne ha ricevute circa 62 mila”. Ma questa balla, ad uso e consumo delle prossime elezioni europee, è ancor più palese “se si rapportano i dati delle richieste d’asilo con il numero degli abitanti di ognuno dei 27 Paesi dell’Ue: più basso è il numero, maggiore è la dimensione del fenomeno migratorio. Quest’anno, fino a luglio 2023, la Germania ha ricevuto una richiesta d’asilo ogni 447 abitanti, la Spagna ogni 483, la Francia ogni 729, mentre l’Italia ogni 947”.
Per questo, conclude Pagellapolitica, risulta che “13 Paesi Ue hanno ricevuto più richieste d’asilo dell’Italia”. Insomma una serie di sparate a raffica, alcune del tutto incredibili come quella sui soldi pagati dalla Germania alle ong, che hanno il preciso intento di mettere in difficoltà i suoi stessi alleati in questa corsa alle europee come dimostrato anche dal suo insistere sulla necessità di allearsi con Le Pen e l’estrema destra tedesca malgrado i no di FI e FdI.