“Salvini ormai sembra solo una pagina social in un mondo fake. Noi lavoriamo, lui è diventato un troll”. Non usa mezzi termini il deputato-questore del Movimento 5 Stelle, Francesco D’Uva, per fotografare la campagna elettorale permanente del leader della Lega e invitarlo a “smetterla di manipolare temi e persone” nell’interesse del suo partito. “È un gioco sporco che gli costerà caro – avverte l’ex capogruppo M5S alla Camera -. Le piazze sono importanti, e gli stanno già lanciando un messaggio preciso: i cittadini non sono numeri, governare non è fare propaganda”.
Due procure indagano su ArcelorMittal, ieri la Guardia di Finanza ha perquisito le sedi del Gruppo che ha annunciato l’addio all’Italia. Che idea si è fatto di questa vicenda, anche alla luce dei recenti risvolti giudiziari, e crede ci siano margini per riaprire con successo la trattativa con il Governo?
“Queste inchieste ci danno ragione. Adesso siamo a una svolta: ArcelorMittal ha gettato la maschera. Stava scappando e adesso è pronta a bussare di nuovo alla porta. Quindi ok tornare a parlarsi, ci sono 20mila famiglie da tutelare e un territorio da proteggere. Ma saremo inflessibili su piano industriale e aspetti ambientali”.
Insomma, la vicenda dello scudo penale per l’ex Ilva era solo un alibi per giustificare l’addio come sostenuto da Di Maio?
“Lo scudo penale non c’entra niente. Quello di ArcelorMittal è un attacco al nostro sistema industriale. Che noi stiamo impedendo, mentre i ‘finti sovranisti’ svenderebbero il Paese alle multinazionali. Meno male che adesso al governo non ci sono Salvini e Meloni”.
Sulla Manovra sono piovuti 4.550 emendamenti. Tra cui quelli di Italia Viva contro il carcere per i grandi evasori. Problemi in vista per la maggioranza?
“Presentare emendamenti è una facoltà dei parlamentari. Che deve essere utilizzata per migliorare i provvedimenti. Io non ci vedo una sconfessione. Sul carcere ai grandi evasori, però, nessun passo indietro. Chi froda il fisco per importi superiori ai 100 mila euro deve pagarla. E basta regali, come quelli fatti in passato proprio da Renzi e da Berlusconi. È una questione culturale e di credibilità di fronte ai cittadini”.
Intanto Salvini continua la sua campagna elettorale in Emilia Romagna senza fare prigionieri: dalle polemiche sul caso Cucchi all’attacco a Conte sulla vicenda del Fondo salva-Stati, ogni giorno un nemico nuovo contro cui battersi. Una strategia che, sondaggi alla mano, sembra pagare non crede?
“Salvini ormai sembra solo una pagina social in un mondo fake. Con la sparata sugli ospedali e l’uscita su Cucchi ha raggiunto livelli mai visti prima. Molte volte sarebbe sacrosanto che restasse in silenzio. Noi lavoriamo, lui è diventato un troll”.
Nella continua ricerca del consenso, da Bologna a Modena, Salvini si è ritrovato contro la protesta spontanea delle “sardine”. è l’altra faccia della medaglia della piazza che la Lega continua ad invocare e a cavalcare contro il Governo?
“Salvini deve smetterla di manipolare temi e persone nell’interesse del suo partito. Confondere sbarchi e sicurezza, far cadere un governo per capitalizzare i consensi, mettere sullo stesso piano questioni regionali e nazionali. È un gioco sporco che gli costerà caro. Le piazze sono importanti, e gli stanno già lanciando un messaggio preciso: i cittadini non sono numeri, governare non è fare propaganda”.
A proposito di Regionali, il 26 gennaio si voterà in Emilia Romagna e Calabria. Il Movimento che farà? Si presenterà da solo rischiando di spianare la strada alla vittoria del Centrodestra o rinuncerà a correre lasciando campo libero al Centrosinistra?
“Non prenderemo questa decisione in funzione di cosa fa il Centrodestra o il Centrosinistra. Faremo la scelta opportuna per il Movimento 5 Stelle, dopo aver ascoltato fino in fondo i territori. Stare fermi potrebbe essere saggio e rispettoso degli elettori, ma decidiamo assieme a chi in quelle regioni ci vive”.
La Procura di Agrigento ha indagato Salvini per sequestro di persona in relazione alla vicenda della nave Open Arms. Sembra la riedizione del caso Diciotti: allora il Senato respinse la richiesta di processare l’ex ministro dell’Interno, ma se arrivasse una nuova richiesta di autorizzazione a procedere come si regolerebbe il Movimento?
“Non possiamo liquidare questa vicenda in un paio di battute. In mezzo ci sono macro temi e dettagliate attività investigative. Ogni caso ha le sue peculiarità, non facciamo frullati. Seguiamo l’evolversi della vicenda giudiziaria, e nel frattempo studiamo le carte”.
Nel Movimento non mancano i mal di pancia sull’organizzazione interna e la leadership di Di Maio. Alla Camera, peraltro, da oltre due mesi non si riesce ad eleggere il suo successore nel ruolo di capogruppo. La situazione sta sfuggendo di mano?
“Agli italiani non interessa il nome del capogruppo del Movimento alla Camera, ma se facciamo le cose per il Paese. Come una manovra che ha scongiurato l’aumento dell’Iva, cioè la ‘Tassa Salvini’. Come i prossimi provvedimenti su acqua pubblica e conflitto d’interessi. Al nostro interno c’è un confronto, naturale e legittimo, di cui siamo tutti parte, anche Luigi Di Maio. Ma non confondiamo il dibattito con la polemica strumentale su valori e ruoli che nel Movimento non sono in discussione”.
Intanto Zingaretti ha invitato il Governo a trovare “un’anima” senza la quale la maggioranza rischia. Il segretario del Pd ce l’aveva con i Cinque Stelle?
“A Zingaretti dico: servono anima e gambe. Ai cittadini interessano i provvedimenti e le cose concrete, ci vuole il coraggio di farle. Il Movimento ce l’ha e l’ha dimostrato, lavorando bene con le altre forze di maggioranza. Non vogliamo vivacchiare, ma realizzare ogni singolo punto dell’accordo di governo”.