Deve essere il processo a stabilire se Matteo Salvini ha davvero sequestrato – o meno – i 147 migranti a bordo della nave Open Arms. Questo quanto si legge nel decreto del gup di Palermo, Lorenzo Jannelli, che sottolinea come il dibattimento “è necessario” per valutare la vicenda sotto tutte le sue sfaccettature.
In particolare l’interpretazione data dal giudice riguarda la necessità di arrivare ad esaminare i fatti contestati in quanto “la Corte Costituzionale ha più volte affermato che, in sede di udienza preliminare l’apprezzamento del giudice non si sviluppa, secondo un canone, sia pur prognostico, di colpevolezza o innocenza ma si incentra sulla ben diversa prospettiva di delibare se risulti o meno necessario dare ingresso alla successiva fase del dibattimento”.
In altre parole la decisione di sabato non riguarda il merito della vicenda bensì la possibilità di rinviare al giudizio del processo la vera sentenza. “Secondo la giurisprudenza di legittimità”, prosegue il giudice di Palermo nel tentativo di spiegare come mai non è stato decretato il proscioglimento del Capitano, “ai fini della pronuncia della sentenza di non luogo a procedere, il criterio di valutazione per il giudice dell’udienza preliminare non è di natura sostanziale, bensì processuale, non potendosi valutare l’innocenza o la colpevolezza dell’imputato, ma l’inutilità del dibattimento, anche in presenza di elementi probatori contraddittori o insufficienti”.
Per questo il gup Jannelli ritiene che ci sono tutti gli elementi per un processo e questo inizierà il prossimo 15 settembre davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Palermo. Che la decisione abbia colto di sorpresa il leader della Lega è evidente dalle parole che lui stesso va ripetendo ormai da giorni in cui parla di quella che definisce una decisione choc.
CASI MOLTO DIFFERENTI. “C’è qualcuno che cerca di prendersi in tribunale la rivincita che non riesce mai ad avere in cabina elettorale, andiamo tranquilli’’ al processo Open Arms. “È incredibile che in una settimana su casi simili due procure della stessa Regione dicano due cose opposte. Che ci sia bisogno di una riforma della giustizia, non per Salvini ma per tutti quei cinque milioni di italiani che attendono giustizia, mi sembra evidente’’ ha tuonato il Capitano.
Peccato che di incredibile ci sia davvero poco perché è vero che i casi, quello della Gregoretti e quello della Open Arms, possono sembrare simili ma non per questo devono dare luogo al medesimo esito giudiziario perché a pesare sono fatti, dettagli e perfino testimonianze che li differenziano. Nella vicenda Gregoretti, per la quale la Procura di Catania ha chiesto il proscioglimento del Capitano con la decisione del gup prevista per il prossimo 14 maggio, i migranti erano stati trattenuti in mare per appena 5 giorni mentre nel caso della Open Arms i giorni erano stati addirittura 19. Non solo.
In quest’ultimo caso c’era stata un’aspra battaglia con la Ong con tanto di decreto di sequestro della nave. Inoltre se nel caso della Gregoretti è emersa una certa convergenza d’intenti nel governo, gialloverde, al contrario in quello della Open Arms sembra essere accaduto il contrario. A testimoniarlo è lo scontro tra l’allora ministro dell’Interno e il premier Giuseppe Conte che evidentemente avevano una visione diversa sulla vicenda. Il Capo del Governo, come risulta agli atti del procedimento, gli inviò due lettere in pochi giorni per sollecitare lo sbarco dei migranti minorenni anche perché era già arrivata “la disponibilità” agli accoglimenti da parte di diversi Paesi europei.