Barricato all’interno del Viminale, dove per mesi ha messo raramente piede, preferendo saltare da un palco all’altro dell’Italia in una perenne campagna elettorale, Matteo Salvini non si rassegna alla sconfitta. Non accetta di aver sbagliato tutto e di essersi così messo da solo all’opposizione, con un futuro davanti a lui particolarmente incerto. Dopo i veleni diffusi nella conferenza stampa che ha convocato lunedì sera in tutta fretta, anche ieri il Capitano è così tornato a fare un’ulteriore giravolta e a tendere la mano agli ex alleati del Movimento 5 stelle. Oggi al Colle non potrà far altro che chiedere elezioni anticipate, ma il messaggio verso i pentastellati è chiaro: pronto a tornare da loro in ginocchio per formare un nuovo Esecutivo giallo-verde anche un secondo prima di sedersi davanti a Sergio Mattarella.
UN CAPO FERITO. Essendo ormai il Governo giallorosso più che un’ipotesi, Salvini appare esausto. Fa fatica persino a dare quell’immagine di combattente a cui tiene tanto. Ci ha provato ieri mattina, con un tweet. “Onore e Libertà valgono pù di 1.000 ministeri. Non si molla, mai!”, ha scritto. Quasi però più per fare coraggio a se stesso che per dare la carica al suo popolo. Tanto che di lì a poco, in una diretta Facebook, ha mostrato tutta la sua fragilità. Debole e isolato. Non sembra un caso che si faccia sentire poco lo stesso Giancarlo Giorgetti. Parlano poco anche gli altri leader leghisti e post e tweet sono ridotti all’osso. Ferita gravemente anche la Bestia, la macchina da guerra della comunicazione.
L’APPELLO. Intervenendo su Facebook e prendendo come principale bersaglio soprattutto il premier Giuseppe Conte, che al Senato lo ha strigliato come si fa con i discoli, Salvini ha provato a lanciare l’ennesimo ammiccamento al Movimento 5 Stelle, sperando contro ogni speranza che possano ancora salvarlo dall’irrilevanza a cui verrà condannato all’opposizione e dal conseguente più che probabile processo interno alla stessa Lega. “Più che un Conte bis sembra il Monti bis. Conte stava preparando da tempo questa manovra su consiglio di Merkel e Macron”, ha sostenuto riferendosi al futuro possibile Esecutivo.
Ancora su Pd e M5S: “Non vanno d’accordo su nulla se non sull’odio a Salvini e alla Lega. è in atto una spartizione di poltrone per escludere la Lega e per accondiscendere ai poteri forti di Bruxelles, ma non infiocchettatela con il bene del paese, il futuro, l’ambiente, ditelo chiaramente”. Infine l’ennesimo appello ai pentastellati: “Taglio dei parlamentari, manovra coraggiosa e poi al voto. Noi ci siamo”. Ma il Capitano sembra destinato soltanto a poter chiedere a Mattarella nuove elezioni, cosciente che salvo colpi di scena il Presidente della Repubblica affiderà invece a Conte un secondo mandato. Ieri però il colpo peggiore per Salvini deve essere stato l’assist di Trump a Conte. “Sono in silenzio stampa”, si è limitato a dire dopo il tweet di elogi.