Salvini ormai non lo vogliono nemmeno i suoi elettori e per questo si inventa un nuovo ministero. Bentronati al nostro bestiario di governo.
Matteo ministro per la natalità
Matteo Salvini ha avuto un’altra delle sue brillanti idee: un bel ministero per la Famiglia e la Natalità. “Per quanto mi riguarda chiederò per la Lega alcuni ministeri come quello per la Famiglia e la Natalità, perché bisogna tornare a mettere al mondo figli senza tanti problemi”, dice ai suoi durante un incontro a porte chiuse ma con finestre abbastanza aperte per farsi beccare dai giornalisti.
La conferma della richiesta leghista arriva dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo: “Con questo governo si spera di concretizzare i progetti che in Parlamento abbiamo più volte sostenuto, cercando di seguire l’esempio delle politiche del Trentino Alto Adige, la Regione che ha l’indice di natalità più alto”. Oa manca il ministero per la Nutella, quello per Baciare salami e poi quello per Salutare le mucche.
Alla Lega sta scoppiando il nord
Persi i voti del sud ora la Lega ha problemi anche al nord. Prima c’è stata la corrente di Bossi (il comitato del Nord) che ha sconquassato i piani di Salvini, ieri il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana (che sarà candidato probabilmente contro la sua vicepresidente, a proposito della compattezza della coalizione) ha chiesto “più attenzione al nord”.
Cosa fa la Lega? Bussa alla porta di Giorgia Meloni, come il bambino che chiede aiuto alla mamma: “Il tema dell’autonomia sarà un tema fondamentale, tant’è vero che uno dei ministeri che noi vorremmo e gradiremmo è quello degli Affari regionali e dell’Autonomia”, ha detto il senatore Romeo. Gradirebbero.
Chi s’offre oggi?
Carlo Calenda: “Giorgia Meloni fa bene ad arrabbiarsi per le ingerenze francesi in Italia”. Non gli è scappato nemmeno un tweet invece sull’operazione antimafia in Regione Basilicata. Piccoli particolari.
A proposito di Carlo
Lo mettiamo nel bestiario di governo perché ha una voglia matta di entrarci di sguincio. Carlo Calenda dopo le elezioni aveva solennemente giurato: “Andrò a Strasburgo perché c’è l’ultimo voto sulla questione energetica che voglio fare”. Ci è andato? Manco per idea. Uno magari pensa che abbia avuto di meglio da fare. Dov’era? Lo racconta la giornalista Antonella Rampino: era a pranzo con Urbano Cairo (ristorante Tullio, via San Nicola da Tolentino, Roma, ovviamente decine di testimoni).
Si Salvini chi può
Il sondaggio realizzato da Proger Index Research per PiazzaPulita, La7, mette in evidenza un dato inequivocabile: il 63,4% degli elettori di centrodestra ha detto no a un ritorno di Matteo Salvini al Viminale. E mentre il 6% del campione ha deciso di non rispondere, meno di un terzo dei partecipanti a questa rilevazione si è detto favorevole. Cambiano i tempi e la credibilità di Salvini crolla. Lui intanto ha promesso che non lascerà il partito “prima di riportarlo al 30%”. Tradotto: non lascerà il partito.
Questa schifezza del Rosatellum
Il renziano Ettore Rosato ha scritto una legge elettorale talmente fatta male che riesce a correggerla perfino Calderoli che spiega: “Dopo gli errori da parte del ministero degli Interni nel calcolo dell’attribuzione dei seggi alle ultime elezioni Politiche, errori poi corretti dietro mia indicazione sulle modalità dell’errore commesso, ora la stessa cosa rischia di accadere a livello delle Corti d’Appello. Me ne viene in mente una per esempio, quella di Catanzaro, perché dalla somma di questa Corte verrebbero attribuiti nove seggi anche se la legge ne prevede otto». Un capolavoro politico, l’ennesimo.
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