Sui migranti più che porti chiusi da Salvini, si può parlare di porte chiuse a Salvini. Sembra un gioco di parole ma, secondo indiscrezioni raccolte da Repubblica, è quanto sta succedendo a Palazzo Chigi dove la premier Giorgia Meloni, ormai stanca per le recenti sparate del Capitano, avrebbe deciso di lasciar fuori il ministro delle Infrastrutture dalla cabina di regia sull’immigrazione che si riunirà ogni settimana sotto la direzione del sottosegretario Alfredo Mantovano.
Nella maggioranza volano gli stracci sui migranti. La Meloni è stanca delle sparate di Salvini. E gli scippa il suo storico cavallo di battaglia
Se fosse un incontro di boxe, quello assestato dalla premier verrebbe definito come un colpo da ko. Questo perché la leader di Fratelli d’Italia, andando avanti su questo presupposto, finirebbe per disarmare l’avversario del suo più importante cavallo di battaglia. Proprio quello largamente cavalcato durante il governo gialloverde, quando Matteo Salvini sembrava un re Mida capace di convertire ogni sbarco in oro o per meglio dire in consenso elettorale, e che già in fase di creazione del governo l’aveva spinto a un durissimo braccio di ferro con la premier, terminato con un pareggio visto che alla fine l’incarico al Viminale non andò a Salvini ma a un suo fedelissimo, ossia il prefetto Matteo Piantedosi.
Proprio per queste ragioni un simile smacco difficilmente potrà essere riassorbito con un sorriso oppure con le solite frasi fatte circa l’assenza di problemi in maggioranza. Questo perché rischia di trasformarsi presto o tardi nella scintilla che può appiccare il fuoco nella coalizione, portando a una rottura che soltanto pochi mesi fa sembrava lontanissima.
Nel suo pezzo Repubblica fa notare che ad ogni modo “la scelta di Giorgia Meloni di convocare in seduta permanente il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr) e di affidargli il ruolo di coordinamento ‘tra i ministri e i soggetti istituzionali coinvolti’ formalmente esclude il dicastero delle Infrastrutture, per statuto non previsto nella compagine del Comitato” ma ciò non toglie che “il leader del Carroccio è anche vicepremier e in tale veste potrebbe parteciparvi”. Sempre il quotidiano romano fa notare come lo stesso Mantovano, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri di lunedì, ha espressamente menzionato il Capitano tra i componenti della cabina di regia.
Il vicepremier medita vendetta. E da adesso farà pesare al capo del governo ogni suo sbaglio
Il problema è che, sempre secondo Repubblica, “Salvini non ci sarà, come fanno sapere i suoi”. Insomma potrebbe esserci ma non vuole esserci e ciò non può che significare che la rottura sia ben più grave e profonda di quanto si possa immaginare. Ma Salvini non è tipo che si arrende e quindi appare difficile credere che rinuncerà al suo storico cavallo di battaglia, quello del contrasto all’immigrazione clandestina, senza combattere. Ciò potrebbe significare che questa sua decisione di rimanere fuori dalla cabina di regia sia in realtà una strategia per avere ‘le mani libere’ e poter continuare a cavalcare il tema, magari sottolineando come l’attuale governo ha completamente fallito tutti gli obiettivi in materia visto che i dati parlano di un +103% di sbarchi rispetto a un anno fa, al fine di creare consenso elettorale anche sulle spalle della stessa maggioranza di governo.
A quel punto la resa dei conti all’interno dell’Esecutivo sarebbe tanto inevitabile quanto imprevedibile nei suoi esiti. Ed è certo che in caso di scontro totale, il leader della Lega non esiterebbe a scaricare le colpe delle tante promesse elettorali mancate sui suoi alleati di governo.