“Credo che la telefonata tra il Santo Padre e Zelensky sia la chiave. L’uomo di governo che sta lavorando di più per la pace è il Santo Padre. Quando si parla di armi fatico ad applaudire, quando si parla di pace sono felice”. È quanto ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando le parole rivolte dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Parlamento italiano (leggi l’articolo – qui il video).
Salvini: “Le armi non sono la soluzione, aiutare il popolo ucraino a difendersi è fondamentale”
“Abbiamo sostenuto la posizione unitaria in Italia e in Europa. Secondo me – ha aggiunto Salvini – la risposta militare è una risposta sbagliata. Le sanzioni vanno bene, va bene bloccare i beni degli oligarchi, degli uomini di potere, ma importante è non prendersela con la povera gente che sta subendo questa guerra in ucraina, in Europa e in Italia”.
“Parlare di nucleare e di armi chimiche è la strada sbagliata. Vorrei che le parole di Zelensky venissero raccolte da Mosca e anche dalla comunità occidentale – ha detto ancora il leader del Carroccio -, non vorrei che qualcuno non volesse il dialogo o la pace, io la voglio. Se qualcuno pensa di inviare militari italiani e europei per risolvere il conflitto, ci portiamo la guerra in casa”.
“Ho apprezzato le parole del presidente ucraino per la straordinaria accoglienza che gli italiani stanno dimostrando. Parole finalmente di pace. Il fatto che la giornata sia cominciata con la telefonata al Santo Padre – ha detto Salvini – è un buon auspicio perché l’uomo di Stato che più convintamente e seriamente al mondo sta lavorando per la pace è Papa Francesco. Parole di pace oggi in Aula, speriamo che vengano raccolte, quando in un contesto parlamentare si parla di guerra e di armi, io non riesco a essere felice”.
“Spero che la diplomazia riconquisti il suo spazio – ha proseguito – perché se a missile si risponde con missile, se a nucleare si risponde con nucleare, la pace si allontana, contiamo che questo porti consiglio a tutti. Ci sono in giro troppe persone che parlano di armi e bombe. Le armi non sono la soluzione, aiutare il popolo ucraino a difendersi è fondamentale, sostenere una battaglia di verità e di vita e accogliere donne e bambini veri in fuga da una guerra vera, profughi veri, non i profughi finti a cui siamo abituati, è sacrosanto, però la risposta dell’Occidente non può essere solo quella militare e degli eserciti. Quindi bene Zelensky e bene il Santo Padre”.