Nel giorno in cui l’Aula del Senato ha dato il via all’esame del decreto legge sul Ponte sullo Stretto – oggi è prevista la discussione generale e il voto finale – i tecnici di Palazzo Madama hanno chiesto ulteriori chiarimenti sulla quantificazione dei costi per la realizzazione dell’opera.
I tecnici del Senato hanno chiesto ulteriori chiarimenti sulla quantificazione dei costi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto
“Andrebbero forniti maggiori elementi di dettaglio circa gli eventuali effetti finanziari derivanti dal nuovo meccanismo di calcolo, chiarendo se il medesimo possa introdurre nuove voci di costo dell’opera non contemplate precedentemente”, scrive il servizio Bilancio del Senato nel dossier sul Dl per quanto riguarda le disposizioni introdotte all’articolo 2 durante l’esame alla Camera che “introducono elementi di calcolo per la definizione del costo complessivo dell’opera”.
Gli ulteriori chiarimenti si rendono necessari, spiega il dossier, per verificare che sia rispettato quanto disposto dalla direttiva del Parlamento europeo sul codice degli appalti che consente la modifica dei contratti di appalto, senza una nuova procedura di affidamento, a condizione che l’aumento del prezzo non ecceda del 50 per cento il valore del contratto iniziale.
I costi dell’opera da riconoscere ai privati sono passati dagli 8,5 miliardi del 2011 a 14,5 miliardi di euro
Attraverso un complesso e caotico calcolo il governo ha rivisto i costi attuali dell’opera da riconoscere ai privati, passati dagli 8,5 miliardi del 2011 a 14,5 miliardi di euro. Ma la cifra è destinata a lievitare ancora. E poco male se questo – come ha denunciato il Pd – rischia di farci andare incontro a contenziosi e bocciature da parte della Corte di giustizia europea. Il punto è che il superamento del tetto massimo del 50% dei costi rispetto a quelli previsti nel contratto originario farebbe scattare l’obbligo di una nuova gara.
Peraltro sul confusionario sistema di calcolo con cui lo Stato ha rivisto al rialzo la stima sui costi dell’opera avevano acceso un faro anche i tecnici del Servizio Bilancio della Camera. In particolare sulla norma che prevede che il costo complessivo dell’opera comprenda l’aggiornamento dei prezzi dei contratti decaduti. E poi c’è il problema delle coperture che lo stesso Def specifica come ad oggi manchino. Ma il vicepremier e ministro per le Infrastrutture ostenta sicumera.
Salvini: “Le risorse per il Ponte di Messina si troveranno”
“Le risorse per il Ponte di Messina si troveranno. Questa settimana sarò in Senato per l’approvazione definitiva del decreto ponte”, ha dichiarato ieri mattina Matteo Salvini, che poi nel pomeriggio si è presentato in Aula. “Dopo sessant’anni di chiacchiere, mancate promesse nei confronti dei siciliani e degli italiani e dopo centinaia di milioni di euro spesi senza neanche posare una pietra, ci siamo. – ha aggiunto – In sei mesi abbiamo fatto un gran lavoro e l’obiettivo è entro l’estate prossima, estate 2024, aprire cantieri perché il diritto alla mobilità, alla continuità territoriale, all’unità col resto del Paese per milioni di siciliani per me è sacro”.
Bonelli: “Le dichiarazioni di Salvini riguardo al Ponte sono indecenti”
Le opposizioni non la pensano così e ritengono che di fronte al dissesto idrogeologico del nostro Paese a noi servano opere di prevenzione e cura del territorio e non certo il Ponte sullo Stretto. “Il nostro obiettivo non deve essere quello di realizzare il Ponte sullo Stretto da 15 miliardi di euro, ma di trovare risorse per far fronte all’emergenza del dissesto idrogeologico e per le regioni alluvionate che stanno già pagando il prezzo della crisi climatica, per questo motivo le dichiarazioni di Salvini riguardo al Ponte sono indecenti”, ha affermato il deputato di Verdi-Sinistra italiana, Angelo Bonelli.